Immigrati: la Ue risponde a Frattini

ROMA - "La Commissione Europea e i Paesi dell'Ue fanno il loro meglio" per rispondere all'emergenza degli sbarchi clandestini alle frontiere meridionali del vecchio continente. Lo ha detto Dennis Abbott, uno dei portavoce della commissione Ue, rispondendo ad una domanda sulla posizione espressa ieri dal ministro degli Esteri italiani. Franco Frattini aveva denunciato l'assenza dell'Europa di fronte al problema dell'immigrazione clandestina.

Il portavoce di Bruxelles ha sottolineato che la commissione sta lavorando molto con gli stati Ue e con i Paesi vicini e che il suo vicepresidente, Jacques Barrot, nei mesi scorsi si è recato a Lampedusa, a Malta, nelle Canarie, in Grecia e si appresta a visitare in autunno la Turchia e la Libia. La questione, ha indicato il portavoce, è quella di mettere in piedi strumenti finanziari politici e diplomatici, "per fermare le tragedie che abbiamo visto la scorsa settimana".

Dennis Abbott ha ricordato che la questione immigrazione è stata discussa recentemente da Barrot con il ministro dell'Interno, Roberto Marroni, e che il vicepresidente della Commissione Ue ha detto già in varie occasioni che è necessario trovare una maniera "per meglio dividere il peso a livello europeo" dell'arrivo degli immigrati clandestini. Il portavoce ha anche segnalato la necessità di dare seguito alle conclusioni del Consiglio europeo di giugno nelle quali si afferma "chiaramente" che "la fermezza, la solidarietà e la responsabilità condivisa sono essenziali in un approccio globale" nei confronti dell'immigrazione.

Ieri Frattini, a margine del Meeting di Cl a Rimini, aveva difeso l'operato del governo, sottolineando come dall'Unione europea arrivino solo parole, ma non fatti. "L'immigrazione è un problema europeo non può essere lasciato ai soli Paesi che sono alle porte d'Europa - aveva detto - ma la Ue per ora si è limitata a degli impegni senza alcuna risposta concreta".

E ancora: "Ha fatto numerose affermazioni e malgrado gli impegni assunti non ha ancora risposto alla domanda su cosa succede quando un gruppo di immigrati arriva alle porte d'Europa. Per l'Italia questi rifugiati debbono trovare alloggio e sostentamento in tutti i Paesi europei secondo criteri di distribuzione proporzionale. Non si può pensare che debbano essere accolti dai soli Paesi dove sbarcano, ed è qui che è mancata la risposta europea nel dire che tutti i 27 Paesi debbono farsi carico del problema in misura proporzionale. Quando questa risposta sarà data potremo dire che l'Europa ha dimostrato la sua solidarietà".

Torna sulla polemica anche Maurizio Gasparri, presidente del gruppo del Popolo della Libertà al Senato: "È giusto approfondire cosa sia accaduto nelle acque del Mediterraneo - dice Gasparri - ma è ha chiaro che la tragedia degli eritrei non è avvenuta in acque italiane o sottoposte al nostro controllo. Basta quindi a speculazioni di ogni tipo e di chiunque. Dobbiamo esigere più serietà dall'Unione europea, vergognosamente latitante. Non è un problema italiano. Ma della comunità internazionale. L'Italia fa molto per il soccorso, ma manterrà leggi chiare e severe contro i clandestini. I criminali - conclude l'esponente del Pdl - che organizzano viaggi di morte vanno stroncati".

(Fonte: La Repubblica, 24 agosto 2009)