Il VIS a Ginevra per la seconda sessione d’esame dell’Italia al Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite

22 giugno 2010 - Il 9 di questo mese ha avuto luogo a Ginevra a Palais des Nations, sede del Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite, l'esame dell'Italia nell'ambito della UPR (UPR- Processo di Revisione Universale) una nuova procedura di monitoraggio dei diritti umani che ha per obiettivo la valutazione periodica (ogni 4 anni) dei progressi compiuti da ciascuno dei 192 Paesi delle Nazioni Unite, indipendentemente dalla ratifica dei trattati internazionali e anche in base agli impegni assunti a livello politico (voluntary pledges). (www.upr-info.org).

I'Italia, che nella sessione di febbraio aveva portato a casa ben 92 raccomandazioni con l'impegno di darvi risposta scritta nella sessione di giugno 2010, ha presentato il suo documento motivando le raccomandazioni respinte e presentando gli impegni assunti.

A nome della società civile italiana ha preso la parola l'Avv. Carola Carazzone, Responsabile dell'Ufficio Diritti Umani del VIS e Portavoce del Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani:

"Signor Presidente,

Sfortunatamente manca qui oggi in questo importante consesso che prende in esame l'Italia sotto la procedura della Revisione Periodica Universale un fondamentale attore per il mio Paese.

Nessuna Istituzione nazionale indipendente per i diritti umani italiana infatti potrà prendere la parola.

L'Italia rimane uno dei pochi paesi europei senza alcun tipo di istituzione nazionale indipendente. L'Italia non ha un Ombudsperson nazionale nè una Commissione in linea con i Principi di Parigi e con le rilevanti risoluzioni in materia dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e del Consiglio d'Europa.

Come rappresentante del VIS e portavoce del Comitato per la Promozione e Protezione dei Diritti Umani, una rete di 82 ONG italiane, nata nel gennaio del 2002 con l'obbiettivo di sostenere la creazione di una Istituzione nazionale indipendente per i diritti umani in Italia, vorrei esprimere la nostra profonda preoccupazione per il continuo ritardo nel corso dell'ultimo decennio nella realizzazione di tale meccanismo.

Nonostante le specifiche raccomandazioni in materia fatte dai Comitati delle Nazioni Unite che hanno esaminato il contesto italiano negli ultimi anni (CRC/C/15/Add198 del 18 marzo 2003; CESCR/ ITA/ 04 del 26 novembre 2004; CCPR/C/ITA/CO/05 del 2 novembre 2005, CAT/C/ITA/CO/4 del 19 maggio 2007 e l'ultima sessione del CERD/C/ITA/CO/15 del 7 marzo 2008) e la pressione effettuata da parte della società civile, con riferimento alla volontà politica del Governo di intraprendere il processo per la creazione di una istituzione nazionale indipendente per i diritti umani - nonostante le importanti dichiarazioni formali fatte del Governo Prodi e dall'attuale Governo Berlusconi - ad oggi nessuna azione reale e concreta è stata fatta in questa direzione.

Sono trascorse tre legislature nel corso delle quali molti disegni di legge per la creazione di diversi tipi di Commissioni nazionali per i diritti umani o specifici Garanti per alcuni settori (minori, detenuti, migranti) sono stati solamente proposti ed ai quali però non è mai stato dato alcun seguito concreto.

A giugno del 2008, all'inizio della presente XVI Legislatura (iniziata il 29 aprile 2008 ed ancora aperta), al Senato è stato presentato dal Senatore Marcenaro un nuovo progetto di legge ancora oggi però pendente presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato in attesa del nulla osta da parte della Commissione Bilancio del Senato.

L'8 marzo 2007, l'Italia, al momento della propria candidatura al Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite, con un impegno formale si è vincolata davanti all'Assemblea Generale [1] dell'ONU "a creare una Commissione nazionale indipendente per la promozione e protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali".

Il 10 dicembre 2008, in occasione del 60° Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il Ministro degli Affari Esteri ha formalmente annunciato un disegno di legge per una Istituzione nazionale indipendente per i diritti umani preparato dal Governo Berlusconi, ma questo disegno di legge, menzionato nello statement del Ministro Vincenzo Scotti davanti al UPR Working Group a febbraio e nell'Addendum dello scorso 31 maggio - non è stato mai reso pubblico.

Infine, vorremmo qui esprimere la nostra seria preoccupazione circa la scarsa copertura data dai media nazionali ai problemi connessi con i diritti umani e più specificatamente alla questione della Istituzione nazionale indipendente per i diritti umani.

In passato, durante la discussione alla Camera del disegno di legge n. 1463, i mezzi di comunicazione di massa non hanno sottolineato in maniera adeguata la gravità delle dichiarazioni fatte da alcuni politici. I politici pubblicamente definirono la creazione di una istituzione nazionale indipendente per i diritti umani come una questione concernente "paesi del terzo mondo" ed ancora "..in paesi come l'Italia con un alto livello di civilizzazione giuridica, con una cultura e una tradizione di ordine e del "diritto", l'Istituzione nazionale indipendente per i diritti umani è inutile, pletorica e costosa...".

Una istituzione nazionale indipendente per i diritti umani è una questione prioritaria per qualsiasi paese, in qualsiasi parte del mondo, nessun paese escluso. Le risorse finanziarie di bilancio, in un paese come l'Italia, sono disponibili e non dovrebbero mai servire da scusa per l'impedimento.

Sfortunatamente spesso Paesi che si definiscono a democrazia consolidata - e l'Italia è fra questi - presumono di garantire già i diritti umani e le libertà fondamentali e quindi di non aver bisogno di migliorarne il livello potendo astenersi dal rafforzare ulteriormente la loro promozione e protezione o, ancora, tener fede ai nuovi e vecchi impegni internazionali sottoscritti.

La partecipazione attiva delle ONG e della società civile nel processo per la creazione di nuove istituzioni nazionali indipendenti per i diritti umani è nei fatti considerato un elemento essenziale e una buona pratica universale per la implementazione dei Principi di Parigi: affinchè una istituzione nazionale indipendente per i diritti umani abbia successo, essa deve essere la risultante di un processo consultivo, inclusivo e trasparente, che coinvolga e mobiliti tutti i differenti settori dello Stato e della società civile.

Desideriamo spingere con forza l'Italia a considerare la creazione di una istituzione nazionale indipendente per i diritti umani come una questione urgente.

Desideriamo raccomandare al Governo italiano di avvalersi del supporto tecnico del Dipartimento Istituzioni Nazionali dell'Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite e del Consiglio d'Europa al fine di trarre vantaggio dalla loro expertise sull'applicazione dei Principi di Parigi e dalle buone pratiche di molti paesi che hanno già adempiuto ai requisiti della Risoluzione ONU 48/134 del 20 dicembre 1993 concernenti la creazione di istituzioni nazionali per i diritti umani indipendenti ed efficaci."