21 Novembre 2016 - Ieri si celebrava la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Giornata che si è macchiata della morte di 8 studenti e 3 adulti mentre facevano lezione in una scuola di Aleppo. Poche ore prima, il bombardamento di un ospedale pediatrico.
Un dramma senza fine che, ancora una volta, evidenzia la mancanza di rispetto dei diritti dei minori e dei diritti umani nei conflitti.
VIS opera a fianco dei salesiani per la tutela e promozione dei diritti dei bambini e delle bambine nel mondo.
Alessia, una nostra volontaria in servizio civile, ci racconta la propria esperienza in Angola dopo un mese di permanenza nell’area, a stretto contatto con gli ex bambini di strada.
“A Luanda le cose procedono bene tra le attività di strada del giovedì (per contattare i bambini che vivono in strada, ndr), le giornate a casa Magone e casa Margherita e infine con le famiglie!
Pian piano inizio ad ambientarmi con l'aiuto di Francesco e Ricardo e di tutti gli educatori. Con i ragazzi di casa Margherita mi trovo molto bene, sembrano sempre molto felici di vedermi arrivare la mattina!
Durante questo mese ho avuto modo di riflettere un po' sul percorso che questi ragazzini stanno facendo, rendendomi conto di quanto sia difficile e complesso per loro. Il passaggio dalla vita in strada ad un centro di accoglienza e risocializzazione non è per nulla facile, eppure mi sorprende vedere quanti progressi abbiano fatto. Incontrando i ragazzi di strada il giovedì sera non posso fare a meno di pensare che tutti quelli che ora risiedono a Mota sono passati per quelle strade, hanno vissuto momenti terribili, fatto uso di droga e alcool, hanno partecipato alle attività di strada organizzate dai Salesiani, sono arrivati a casa Magone e hanno iniziato un percorso nuovo. In un mese non ho una panoramica chiara, ma posso provare ad immaginare le difficoltà e la sofferenza dietro ogni storia.
I ragazzi di Mota sono prima di tutto adolescenti, che stanno attraversando una fase molto delicata della loro vita, tipica della loro età. Molti di loro stanno cercando di costruirsi una propria identità, che si fonda soprattutto sui loro vissuti ed esperienze personali, su ciò che hanno appreso e visto finora, ma che ha fondamenta anche negli insegnamenti e nei valori che gli educatori della casa cercano di trasmettere loro quotidianamente.
Pertanto quando vedo i più grandi che si guardano allo specchio e si fanno belli prima di andare a scuola, o più piccoli che giocano e scherzano tra loro non posso fare a meno di sorridere e pensare che nonostante tutto, forse a casa Margherita questi ragazzi hanno cominciato a riacquistare un po' di quella normalità e serenità perdute per la strada”.