Oggi, 7 Aprile 2008, è la giornata internazionale della memoria per le vittime del genocidio del Rwanda.
Nell'estate del 1994, mentre l'attenzione mediatica internazionale era concentrata sui mondiali di calcio negli Stati Uniti, in Rwanda si consumava una delle più grandi tragedie della storia moderna: nel giro di tre mesi, tra il 6 aprile e il 19 luglio 1994, un milione di cittadini Tutsi e Hutu moderati venivano trucidati dagli estremisti appartenenti alla maggioranza Hutu. Un omicidio ogni dieci secondi avveniva sotto gli occhi indifferenti della comunità internazionale che ignorò le invocazioni d'aiuto del Generale Dallaire, comandante della missione di pace dell'Onu.
La maggior parte degli organi d'informazione preferì riferire di un semplice "scontro tribale tra selvaggi". Ma la realtà era un'altra, intricata e profonda, e aveva a che vedere principalmente con la complessità dell'eredità post-coloniale. Isolare e studiare questo sistema è da considerarsi prioritario nella convinzione che tale operazione possa servire a non dimenticare la tragedia del Rwanda e a permettere di riconoscere i segnali premonitori di imminenti catastrofi umanitarie a livello planetario. L'urgenza e l'attualità dell'approfondimento di un dibattito sulla "cultura del genocidio" da un punto di vista storico e culturale è dimostrata dai crudeli fatti che continuano a insanguinare l'Africa in questo stesso momento
In memoria di queste vittime oggi alle ore 10 presso il Liceo Renzo Levi di Roma in Via del Portico d'Ottavia 73, è stata realizzata dall'associazione Bene-Rwanda Onlus e la Comunità Ebraica di Roma una tavola rotonda sulla storia e sull'attualità del genocidio rwandese del 1994 con la presenza di ospiti come: Yolande Mukagasana, scrittrice sopravvissuta del genocidio, "Menzione Onorevole" Unesco per l'educazione alla Pace; Francesco Rutelli, vicepresidente del Consiglio; Renzo Gattegna, presidente dell'Ucei; Françoise Kankindi, presidente della Onlus Bene-Rwanda; Riccardo Pacifici, vicepresidente della Comunità Ebraica romana
Il Rwanda è uno dei tanti paesi Africani dove il VIS opera per la promozione e la protezione dei diritti umani in particolare delle categorie più deboli come giovani e bambini, contribuendo in questo modo a migliore le condizioni di vita delle comunità locali.
Valbona N'doj