Continua a salire il numero dei civili palestinesi uccisi nella striscia di Gaza. La situazione si aggrava giorno per giorno. La segretaria di stato americana Condoleeza Rice, giunta oggi in medio oriente, non è riuscita a convincere il presidente palestinese Mahmoud Abbas a dichiarare pubblicamente il ritorno dei negoziati con il governo israeliano (abbandonati qualche giorno fa nel mezzo della violenta operazione militare lanciata dall’esercito di Tel Aviv).
Oggi truppe di terra israeliane, nonostante la presenza della Rice, sono tornate a penetrare nella Striscia di Gaza, scatenando violenti scontri con forze palestinesi e uccidendo una bambina. Tre razzi palestinesi sono stati sparati nella mattinata da Gaza verso alcune città israeliane; i razzi sono esplosi in zone disabitate non provocando vittime né danni.
Il premier Ehud Olmert, secondo la radio militare, ha affermato che Israele proseguirà le sue attività militari a Gaza fintanto che i miliziani lanceranno i loro razzi. L'offensiva israeliana, dopo aver provocato molte vittime e una grave crisi umanitaria, sembra ogni giorno trovar meno giustificazione nel lancio dei razzi palestinesi che cadono sul territorio meridionale israeliano e che in questi giorni hanno causato la morte di un solo cittadino israeliano e danni limitati.
La situazione nella Striscia di Gaza diventa ogni giorno più insostenibile. Da qualche settimana ormai il ministero della difesa israeliano ha totalmente chiuso i due valichi ancora aperti ( valichi sia per le persone che per le merci). Le Nazioni unite hanno segnalato che le misure colpiscono l'intera popolazione. La compagnia elettrica ha comunicato di non poter fornire energia, il gas in bombole per cucinare e per il riscaldamento sta finendo, nelle stazioni di servizio non si vende più benzina.
Occorre dar forza alle denunce delle agenzie delle Nazioni Unite; le ONG italiane da tempo stanno denunciando la grave crisi umanitaria che colpisce la Striscia di Gaza e si mobilitano a sostenere tramite progetti la popolazione più colpita.