Riportiamo l'appello lanciato dal coordinatore nazionale della Tavola della Pace, Flavio Lotti, e dal portavoce dell'Associazione Articolo 21, Giuseppe Giulietti, per un'informazione più onesta su quanto sta avvenendo nella striscia di Gaza.
"Da sempre, le guerre si nutrono anche di un'informazione faziosa e manipolata. E anche questa volta non è diverso. La propaganda di guerra inonda i nostri teleschermi e giornali, con poche importanti eccezioni. Il racconto dei fatti, la ricerca di quelli nascosti, l'attenzione al dolore delle persone travolte dalla guerra, l'ascolto di tutti i protagonisti e di tutte le vittime, il confronto e la ricomposizione dei diversi punti di vista e delle tante verità frammentate rischiano di diventare l'eccezione, non più la regola.
Così, ancora una volta, agli italiani viene negato il diritto di conoscere e di capire. Veniamo trascinati in guerra, ci viene chiesto di schierarci ma ci viene negato il sacrosanto diritto di sapere. E dunque di agire consapevolmente.
Ma questo fa molto male alla nostra democrazia e alla nostra coscienza civica. Indebolisce il nostro paese e compromette la nostra capacità di fare quello che sarebbe necessario.
Ci rivolgiamo a tutti i grandi e piccoli mezzi d'informazione pubblici e privati perché aiutino gli italiani a capire e ad agire.
Chiediamo alla Rai, il nostro servizio pubblico radiotelevisivo, di esercitare tutte le pressioni necessarie su Israele per consentire l'immediato accesso di un corrispondente Rai nella striscia di Gaza e di promuovere da subito una serie di trasmissioni in prima e seconda serata di approfondimento sulla tragedia di Gaza e sui problemi della pace in Medio Oriente.
Gli Italiani hanno diritto di sapere quello che realmente sta accadendo alla gente di Gaza e di vedere tutte le immagini che da Gaza vanno regolarmente in onda sul circuito internazionale ma quasi mai arrivano sui nostri schermi. Sarebbe ora e tempo che venisse ridata la parola anche ai tanti operatori di pace e ai tanti protagonisti che si occupano di questi problemi da anni, a diretto contatto con la popolazione civile palestinese ed israeliana.
Sabato 17 gennaio si svolgerà ad Assisi una importante manifestazione nazionale per la pace in Medio Oriente. Migliaia di persone, associazioni e enti locali si ritroveranno nella città di Francesco per chiedere l'immediato cessate il fuoco e discutere cosa fare insieme per aiutare palestinesi e israeliani a mettere fine a questa lunghissima tragedia.
Chiediamo un'informazione onesta. Chiediamo che questa manifestazione non venga ignorata, deformata o banalizzata come è già successo il 26 agosto e il 18 novembre 2006. Quella di Assisi sarà una manifestazione civile, nonviolenta e costruttiva. Uno di quegli appuntamenti che speriamo possa contribuire a fermare la strage in corso e che certamente farà bene alla coscienza e alla politica del nostro paese. Ciascuno si assuma le proprie responsabilità".