Finanziaria 2010 – Che fine ha fatto la Cooperazione allo Sviluppo?

Di seguito riportiamo l'intervento introduttivo della Portavoce CINI - Coordinamento Italiano Network Internazionale - durante la Conferenza Stampa CINI tenuta ieri a Roma.  

Finanziaria 2010: che fine ha fatto la Cooperazione allo Sviluppo?
Mercoledì 14 Ottobre 2009
Sala Stampa del Senato - Palazzo Madama

La visione del CINI è quella di un mondo in cui la lotta alla povertà sia al centro della politica, a livello globale e nazionale. Ma perché la lotta alla povertà nel mondo dovrebbe essere al centro della politica? Partiamo da qualche semplice dato:

Ogni anno, il mondo spende circa 1.000 miliardi di dollari per la difesa, e meno di 120 miliardi di dollari in aiuti allo sviluppo (dati DAC 2008).
2.000 (duemila) miliardi di dollari sono stati stanziati in poche settimane per salvare le banche, mentre al G8 dell'Aquila NON sono stanziati i 30 (trenta) miliardi di dollari all'anno che basterebbero per affrontare e superare la tragedia dell'insufficienza cronica di cibo (LA FAME) che colpisce più di un miliardo di persone al mondo. Sono stati stanziati solo 20 Miliardi di dollari in 3 anni.
Questo, in poche semplici cifre il senso o meglio il non-senso, di quello che accade quotidianamente.
Le crisi che ci troviamo ad affrontare, alimentare, finanziaria e climatica, sono ormai globali e richiedono una risposta globale, che la politica può e deve garantire. Il mutato contesto geopolitico impone un ripensamento dell'idea stessa di cooperazione internazionale, così come il ripensamento della governance mondiale; il passaggio dal G8 al G20 sancito proprio in questi giorni è un primo positivo passo in questo senso.
Le istituzioni nazionali e internazionali devono saper esprimere una nuova politica di cooperazione che metta finalmente al centro di ogni sua azione la lotta alla povertà, la persona umana e i suoi diritti fondamentali. La distribuzione iniqua delle risorse a livello mondiale, il mancato rispetto dei diritti fondamentali della persona e delle comunità, lo sfruttamento incontrollato e insostenibile delle risorse naturali, costituiscono una grave minaccia alla sicurezza di ciascuno di noi che non è più possibile ignorare. E' necessario e urgente un profondo cambiamento di strategia, una nuova consapevolezza e una nuova visione che creino le condizioni per un mondo più giusto e più sicuro, un mondo capace di avere un futuro.
Ma come risponde l'Italia alle grandi sfide globali ?
Il 22 settembre è stato presentato il testo della Legge Finanziaria 2010; si prepara un'altra manovra all'insegna dell'azzeramento della Cooperazione allo Sviluppo. Sono infatti previsti solo 326 milioni di euro, in termini reali il valore più basso degli ultimi 13 anni (dal 1996).
In attesa del dato ufficiale OCSE, il dato italiano APS/PIL per il 2009 - l'anno della presidenza del G8 - sarà probabilmente attorno allo 0,16% . Nonostante le rassicurazioni, la Finanziaria 2010 non ha realizzato alcuna inversione di tendenza e ha riconfermato il taglio drastico del 2009 (-56%) alle risorse per la cooperazione del Ministero Affari Esteri, stabilite dalla Legge 49/87. La Finanziaria 2010 è dunque inadeguata a garantire il rispetto degli impegni ribaditi al Vertice G8 dell'Aquila:
- 150 milioni di dollari per il Fondo Globale per la lotta all'AIDS, tubercolosi e malaria,
- almeno 100 milioni di dollari per le iniziative a sostegno della sicurezza alimentare.
- Infine non stanzia risorse neppure sufficienti ad avviare il versamento verso Banche e Fondi di sviluppo in scadenza tra 2009-2011 (334 milioni di euro in scadenza entro il 2010).

Dunque, nonostante gli impegni e le dichiarazioni solenni dei leader mondiali, Italia in testa, con questa Finanziaria il nostro Paese ignora gli impegni presi in ambito internazionale ed europeo per la Cooperazione allo Sviluppo e la lotta alla povertà nel mondo, e lo fa nell'anno del G8 di cui ha avuto la presidenza.
- Ci si allontana sempre di più dagli obiettivi di sviluppo del millennio.
- Lo strumento del 5 per mille è sparito dalla Finanziaria (per inciso, non si hanno ancora
notizie neppure dei fondi del 2007).
- I fondi per i processi di integrazione e per le politiche migratorie sono azzerati.
Non siamo mai scesi ad un livello così basso d'impegno.
Il CINI è invece convinto della necessità di una visione strategica della cooperazione, che implica l'inserimento a pieno titolo della politica di cooperazione internazionale tra le politiche fondamentali del nostro Paese. E' altrettanto urgente e indispensabile sviluppare politiche coerenti garantendone l'adeguato finanziamento, nel rispetto degli impegni assunti dal nostro Paese. Per questo da anni chiediamo e non cesseremo di chiedere al Governo, al Parlamento italiano, a tutte le forze politiche di qualunque orientamento esse siano, di adottare ogni misura atta a sconfiggere la povertà e l'ingiustizia nel mondo.

In particolare il CINI chiede che:
- Sia assicurato, ogni anno, con la Legge Finanziaria il rispetto di questi principi e le risorse necessarie alla loro piena attuazione.
- Che siano rispettati gli impegni presi dal nostro Paese riguardo ai volumi dell'Aiuto Pubblico allo Sviluppo.
- Che sia assicurata la coerenza tra politiche economiche, commerciali e migratorie, che a vario titolo hanno un impatto sui paesi del Sud del mondo.

Concludendo:
IL 2010 si avvicina, e con esso una importante tappa di verifica intermedia per il raggiungimento gli obiettivi di sviluppo del millennio. Per quanto controversi e insufficienti, gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio rappresentano un banco di prova importante e una sfida per l'intera comunità internazionale.
Sappiamo che oggi il mondo possiede le capacità e le risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi che si è dato. I dati che ho citato all'inizio lo dimostrano e mettono tristemente in evidenza che se questo non avviene è solo per mancanza di volontà politica.
E' questa consapevolezza del possibile e dell'urgenza di agire, che ci spinge a chiedere all'insieme della rappresentanza politica ed istituzionale di ricollocare il nostro Paese tra i protagonisti di uno sviluppo sostenibile ed umano a livello globale.

Ai leaders politici, presenti e futuri, chiediamo dunque di:

Rimettere la persona umana al centro delle politiche e dell'azione dei governi.
Rimettere l'etica al centro della politica, dell'economia e della finanza.
Dimostrare, con i fatti e non più solo a parole, di essere coraggiosi e saper prendere anche delle decisioni impopolari per il bene dell'umanità affrontando le cause strutturali degli squilibri mondiali.
Ci sono persone che rischiano persino la loro vita per difendere gli ideali e i valori in cui credono, a noi piacerebbe che i politici fossero pronti a rischiare almeno la loro poltrona.

Per ulteriori approfondimenti potete consultare i seguenti documenti

CINI - Paper Finanziaria 2010 Final

CINI - Paper Finanziaria 2010 Short Final