Il vertice Fao in tema di emergenza alimentare si avvia alla conclusione. I cinquecento partecipanti, tra delegati, vice ministri e ministri dell'agricoltura dei 183 paesi, hanno trascorso la notte alla ricerca di un accordo sulla dichiarazione finale.
Sono state diversi i messaggi lanciati durante il summit. Ndiogou Fall, presidente della Rete delle organizzazioni contadine dell'Africa occidentale (Roppa) esprime che "...questa crisi alimentare non è una casualità ma il risultato delle erronee politiche commerciali liberiste applicate negli ultimi 30 anni: la soluzione deve necessariamente passare attraverso una seria riforma di tali politiche dando a ogni paese del Sud la possibilità di proteggere la sua economia e la sua agricoltura. E' urgente investire nel settore agricolo che negli ultimi anni è stato trascurato con disastrose conseguenze. ...La concertazione è lodevole, ma alle parole devono seguire i fatti. Abbiamo visto che alcune multinazionali stanno cercando di approfittare della situazione di crisi con politiche speculative per aumentare i loro vantaggi: speriamo che le soluzioni proposte non accentuino questa tendenza".
Mentre i grandi del pianeta discutono soprattutto di cambiamenti climatici, disastri naturali o biocarburanti, Alberto Gómez, esponente di ‘Via Campesina', la più grande rete di movimenti contadini del mondo riporta che"Quello che è a rischio è la sovranità alimentare. L'agricoltura risponde a logiche globali di mercato errate e lo dimostra ad esempio il fatto che in Messico siamo costretti a importare l'85% del riso e il 75% del grano, una conseguenza del Nafta, (North American Free Trade Agreement-Accordo nordamericano per il libero scambio) che, a partire dal 1994 ci ha reso totalmente dipendenti dall'estero"
George Dixon Fernández, presidente del ‘Movement Internationale de la Jeunesse Agricole et Rurale Catholique' (Mijarc) in un intervento sul controvertice 'Terra Preta' chiede ai "grandi" del pianeta riuniti a Roma risposte concrete anche se per lui difficilmente usciranno da questo vertice. Chiede più investimenti nell'agricoltura perché la produzione è stata relegata in un angolo da oltre un ventennio. Occorre aiutare i contadini poveri, preservare l'agricoltura tradizionale, eliminare i sussidi elargiti dai paesi ricchi ai loro coltivatori ed evitare che la massiccia produzione di biocarburanti riduca quella a scopo alimentare".
La volontà di rilanciare l'agricoltura in particolare in Africa è stata peraltro sancita oggi a margine del vertice ufficiale dalla firma di un ‘memorandum di intenti' fra tre agenzie dell'Onu - Fao, Ifad e Pam/Wfp - e l'Agra, l'Alleanza per la rivoluzione verde in Africa guidata da Kofi Annan
L'obiettivo è quello di sostenere i piccoli coltivatori, in base alle necessità dei singoli paesi, valorizzando i loro raccolti attraverso un miglioramento delle infrastrutture e una selezione dei sementi più redditizi. "Questa iniziativa è un importante contributo per ridurre il numero degli oltre 200 milioni di persone che soffrono la fame nell'Africa Subsahariana attraverso una crescita accelerata della produzione e rafforzando i mezzi di sussistenza delle popolazioni rurali" - ha detto Annan parlando di "accordo storico". "Vogliamo promuovere una rivoluzione verde - ha aggiunto l'ex-segretario generale dell'Onu - che rispetti la biodiversità e le varietà delle coltivazioni delle diverse regioni del continente africano".