Addis Abeba (Etiopia), 14 novembre 2011 - Nonostante le difficoltà, il VIS prosegue le sue attività di emergenza all’interno del Centro di Transito di Dolo Ado nella Somaly Region in Etiopa, tramite distribuzioni di riso, farina, zucchero, olio, latte, sapone, biscotti multi-vitaminici e preparati nutrizionali per bambini malnutriti. Mattia, volontario VIS, è tornato nel campo e ci racconta dello sforzo organizzativo immane, sia per procurarsi le derrate alimentari, sia per predisporre le distribuzioni ai profughi, in modo che non vi siano disparita’ tra le famiglie, e che tutti i beneficiari vengano raggiunti. Fino ad ora il VIS ha assistito 21.250 rifugiati, e distribuito 413 q di riso, 263 q di zucchero, 195 q di farina, 9.750 l di olio, 34.560 razioni di latte, 20.250 saponi, 576.000 pacchetti di biscotti e 100q di famex.
Dal Campo di Dolo Ado (Somlay Region, Etiopia)
Ci sono alcuni momenti in cui la tragedia si respira nell’aria, nella polvere che alzano i tuoi passi, nel soffiare del vento. La avverti sulla pelle, ti riempe gli occhi, ti appesantisce il battito del cuore. Essere a Dolo Ado significa vivere costantemente con questa sensazione di tragedia. La tragedia che qui si consuma quotidianamente è difficile da raccontare, da spiegare, da analizzare: possiamo solo essere testimoni della sofferenza e della incredibile, commovente capacità di resistenza di un popolo a cui l’esistenza ha riservato difficolta’ insormontabili. Metà del popolo somalo è di fatto esule, profugo, rifugiato: milioni di persone fuggono da guerra e carestia portando con sè poco più che una soffocata speranza di essersi lasciati il peggio alle spalle. Dietro di sè il popolo somalo lascia una terra ingenerosa, e una guerra che gli ha dato il triste ruolo di vittima passiva.
Qui a Dolo Ado i profughi somali arrivano dopo 300-400, a volte 800km di esodo solitario nel deserto, sfidando le insidie di un territorio arido e di un clima soffocante, e le violenze delle milizie terroriste. A piedi, e a volte con l’aiuto di un misero carretto trainato da un mulo spossato, i profughi somali lottano per resistere un giorno di piu’, e anelano a superare quella linea di confine che, oltre ad essere geografica, rappresenta la separazione tra una vita di violenze e una possibilita’ di sopravvivenza.
Quale futuro? Cosa possono aspettarsi le madri somale per il futuro dei propri bambini? Non c’e’ spazio per queste domande, la vita ha insegnato loro che ogni giorno la lotta per la sopravvivenza è l’unico obiettivo da perseguire. La tragedia cui assistiamo a Dolo Ado non si compie solo nel presente: affonda le radici nel passato, e allunga i suoi rami verso un futuro incerto, anche se forse meno disperato di quello che la Somalia potrebbe offire ai suoi figli in un momento storico come questo. La vera tragedia non si consuma a Dolo Ado, ma alle sue spalle: nei volti di chi non ce l’ha fatta a sostenere la lunga e disperata fuga, nei corpi abbandonati lungo la strada, nei giovani rapiti e arruolati da Al-Shabaab, nelle donne violentate dai guerriglieri, nei 20 anni di guerra e patimenti per il popolo Somalo. Raramente la vita offre occasioni così nitide per poter ammirare la determinazione di un intero popolo, e per sconvolgersi di fronte alla sua capacità di resistenza e volontà di sopravvivenza: ogni giorno, i rifugiati somali ci insegnano a resistere alle avversità e ci fanno riscoprire il profondo valore della vita.
Sono piu’ di 100.000 i profughi arrivati a Dolo Ado dall’inizio dell’anno, e quasi 200.000 la popolazione somala attualmente accolta nei 4 Campi profughi e nel Centro di Transito costruiti sul territorio etiope; un quinto Campo è in costruzione a Buramino, visto che il campo di Hillaweyne, completato solo 2 mesi fa, è già al completo.
Il Centro di Transito, dove il VIS concentra i propri interventi, ospita in queste settimane una popolazione di c.a. 6.000 persone, che ricevono prima assistenza in attesa di essere trasferiti ai campi stanziali. Il flusso giornaliero di profughi e’ per fortuna diminuito rispetto a un mese fa, grazie a sporadiche piogge che hanno bagnato la Somalia del Sud, e alle divisioni interne ad Al-Shabaab che ne hanno diminuito la forza di attacco, pero’ non si riesce ancora a prevedere se e quando tale flusso cessera’.
Grazie alla solidarietà e generosità dei donatori coinvolti, il VIS continua i suoi interventi di emergenza in aiuto ai rifugiati somali, in particolar modo per i nuovi profughi che quotidianamente arrivano al Centro di Transito. Le autorità governative sono soddisfatte del nostro intervento, e ci chiedono costantemente di non interrompere gli aiuti, di continuare a distribuire razioni alimentari, e se possibile espandere le nostre attività. In particolare, il VIS e’ stato contattato da ARRA (Agenzia del Governo etiope per i Rifugiati) e UNHCR (Alto Comissariato delle Nazioni Unite. per i Rifugiati) per la costruzione di scuole per i rifugiati: al momento si stima che i bambini in età scolare presenti nei campia siano c.a. 80.000, e le scuole messe a disposizione dal governo nei Campi sono insufficienti. Si tratta di un intervento complesso ma necessario, e grazie alla generosita’ dei suoi donatori, il VIS potrebbe regalare un futuro alle migliaia di bambini ospitati nei Campi: contribuire alla loro formazione rappresenta infatti un modo per permettere a questi bambini di ricevere finalmente un’educazione scolastica, e inoltre un’opportunita’ fondamentale di futura integrazione nel nuovo contesto etiopico in cui si trovano ora.
Mattia Grandi
Volontario VIS in Etiopia