2 agosto 2012 - La relazione dei tecnici del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca: le regioni settentrionali sopra la media, quelle meridionali sotto.
IL sistema scolastico italiano non riesce a contrastare il divario nelle competenze degli alunni tra Nord e Sud. Sembra questa la conclusione più interessante del rapporto Invalsi 2012, presentato questa mattina dai tecnici del ministero dell'Istruzione. Le prove Invalsi sulle competenze in Italiano e Matematica degli alunni della scuola elementare, media e superiore, somministrate tra maggio e giugno, consegnano il solito quadro di una Italia divisa in due: le regioni settentrionali sopra la media nazionale e quelle meridionali, pur in fase di recupero, al di sotto della linea rossa.
Per la verità alcune regioni meridionali (Abruzzo, Basilicata e Puglia) sono riuscite a risalire parzialmente la china. Ma nel complesso la macchina non sembra proprio nelle condizioni di colmare le differenze socio-economiche-culturali delle diverse aree del paese. Anzi, le accentua man mano che la carriera scolastica degli alunni si dipana. I test sondano la preparazione degli alunni di seconda e quinta elementare, di prima e terza media e degli studenti del secondo anno delle scuole superiori.
In Italiano, in seconda elementare, tutte le aree geografiche italiane (Nord-Est, Nord-Ovest, centro, Sud, Isole) sono abbastanza vicine. Posta a 200 punti la media nazionale, gli alunni delle regioni settentrionali si collocano sopra la media: 204 punti per quelle del Nord-Ovest e 201 per le regioni poste a Nord-est). Anche i piccoli delle regioni centrali sono ben piazzati (204 punti) mentre i piccoli meridionali arrancano: 196 punti per quelli del Sud e 195 per i
bambini delle due isole maggiori. Divario che è quasi nullo in Matematica: 199 e 198 punti rispettivamente per le regioni del Nord-Est e del Nord-Ovest, 202 per quelle centrali e del Sud, e 198 per i piccoli delle isole.
Una forbice che cresce in Italiano se si analizzano i risultati degli alunni più grandi e che assume proporzioni consistenti per gli studenti delle seconde classi delle scuole superiori. Che al Nord, sempre con la media nazionale posta a quota 200, raggiungono 211 punti, lasciando indietro tutti: 197 per gli studenti di Toscana, Lazio, Umbria e Marche, 194 per i ragazzi delle regioni meridionali e addirittura 185 punti per quelli di Sicilia e Sardegna. Mentre in seconda elementare il divario tra Nord e Sud è di 9 punti, dopo otto anni si è dilatato a 26 punti. "In altri termini - sottolinea il rapporto - l'operare del sistema scolastico non sembra in grado di contrastare tali divari, che risultano anzi acuiti col progredire della carriera scolastica degli alunni".
Eppure, nell'ultimo triennio le regioni meridionali hanno recuperato qualcosa, ma evidentemente non basta. Per viale Trastevere, quella pubblicata oggi "è una fotografia accurata della scuola italiana e, più in particolare, dei livelli di apprendimento raggiunti dagli studenti nella comprensione della lettura e nella matematica, quella che emerge dai primi risultati delle prove Invalsi 2012. Dati che confermano, almeno in parte, quanto già emerso nelle rilevazioni degli anni precedenti, con le regioni del Nord che registrano risultati migliori rispetto al Mezzogiorno. Anche se non mancano al Sud regioni come Puglia, Abruzzo e Basilicata che presentano risultati decisamente incoraggianti".
Il monitoraggio ha coinvolto 2 milioni e 900 mila alunni italiani di 141 mila classi. Lo scopo dichiarato "è quello di migliorare e rendere più omogenea la qualità della scuola italiana, elaborando valutazioni oggettive e mettendo a disposizione delle istituzioni e delle singole scuole i risultati. In particolare, nel caso dei singoli istituti, questo meccanismo dà la possibilità di avviare processi di valutazione e autovalutazione, individuando sia gli elementi positivi da conservare, sia quelli negativi sui quali intervenire per risolverli", si legge nella nota diramata dal ministero.
Ma per il Pd le cose stanno diversamente. "Anche quest'anno - commenta Francesca Puglisi, responsabile scuola Pd - le prove Invalsi certificano che i cronici divari nord-sud del paese nascono già sui banchi di scuola. Per questo non ci stanchiamo di ricordare che ciò dipende dalla cronica mancanza di servizi educativi di qualità dalla tenera età che affligge il mezzogiorno del paese. Tutto ciò che un bambino non apprende da zero a sei anni, non lo apprenderà più nella vita". Ma non solo. "E quello svantaggio educativo rispetto al coetaneo del nord - secondo la Puglisi - il bambino del sud se lo porterà come un macigno sulle spalle per tutto il proprio percorso scolastico. La scuola - conclude - ha urgente bisogno di investimenti, per zone di educazione prioritaria, che non sono solo il sud, ma anche le periferie delle grandi città del nord e le zone economicamente depresse, per ricostruire un'Italia unita e dare nuovo impulso allo sviluppo".
(Fonte: Repubblica.it, SALVO INTRAVAIA)