Elisabetta Belloni, laureata in scienze politiche, inizia la sua carriera diplomatica nel 1985 ricoprendo incarichi nelle ambasciate italiane e nelle rappresentanze permanenti di Vienna e Bratislava e presso le direzioni generali del Ministero degli Affari Esteri.
Dal Novembre 2004 - un mese prima dello Tsunami nel Sud est asiatico - ad oggi ha guidato l'unità di crisi del Ministero degli Esteri mostrando molta dedizione e concretezza nella risoluzione di problemi come i sequestri di persona e le sparizioni di connazionali. L'ultimo caso, infatti, di cui si è occupata è il sequestro dei tre operatori del Cins, rapiti in Somalia il 21 Maggio scorso e non ancora liberati.
Alla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) prende il posto lasciato libero da Alain Giorgio Maria Economides nominato a maggio Capo gabinetto del ministro e tra i tanti impegni quello di rivedere una possibile riforma della Cooperazione Internazionale.
La DGCS in base alla legge 49/1987, delinea i principi del partenariato con i Paesi in Via di Sviluppo e dello sviluppo endogeno e partecipativo del territorio. In tale contesto si fonda, infatti, il riconoscimento del ruolo delle ONG italiane, della cooperazione decentrata e del sostegno alle attività di educazione e sensibilizzazione dell'opinione pubblica sui temi di sviluppo.
Qualche aspettativa quindi da questo nuovo incarico? Qualche riforma concreta della legge 49 dopo anni di tentativi di revisione della stessa e/o eventuali modifiche delle procedure per far coincidere le esigenze delle organizzazioni che operano sul territorio con quelle ministeriali.