Doha: passi indietro sulla Finanza per lo Sviluppo

Da qualche giorno si sono conclusi i negoziati alla conferenza delle Nazioni Unite sulla Finanza per lo Sviluppo, una conferenza internazionale di follow up sugli aiuti allo sviluppo che si è tenuta a Doha, capitale del Quatar, dal 29 Novembre al 2 Dicembre scorsi.

Abbiamo intervistato Gabriella Petrina, docente dei corsi online Finanza per lo Sviluppo e Economia dello sviluppo.

Domanda: Ci fa capire cosa è la conferenza di Doha?
G. Petrina. I negoziati di Doha fanno seguito alla conferenza di Monterrey, Messico, tenuta nel 2002, nella quale vennero sanciti dai paesi ricchi una serie di impegni su diversi temi, tra cui investimenti diretti esteri, commercio internazionale, debito estero, aiuti allo sviluppo. Tutto questo passò alla storia come il cosiddetto "consenso di Monterrey". Lo scopo di questo follow up era appunto quello di verificare lo stato delle cose, i progressi o i mancati sviluppi rispetto agli impegni presi e di lanciare nuove sfide nell'ambito di queste aree chiave.
Domanda: E come è andata?
G. Petrina. Beh, cominciamo col dire che i negoziati di Doha arrivano certamente in un momento di grave crisi finanziaria e di paura di un deficit delle risorse che metta a repentaglio la vita e la sussistenza di centinaia di milioni di persone, nel Sud e nel Nord, e minacci i traguardi concordati a livello mondiale, come gli Obiettivi di sviluppo del millennio (MDG).
Gli attivisti denunciano da tempo che mentre i governi dei paesi più ricchi tentano di salvare banche e istituzioni finanziarie private con più di tre trilioni di dollari americani (una cifra 30 volte superiore rispetto agli aiuti allo sviluppo del 2007) in fondi e garanzie pubbliche , non riescono a dare una risposta decisiva all'aggravamento della crisi di cibo, carburante e finanza che affligge la maggioranza delle persone nel mondo.
Domanda: Il risultato?
G. Petrina. Il risultato dei negoziati, a detta della quasi totalità della società civile internazionale, è stato deludente. Su ognuno dei punti trattati il testo finale è stato un compromesso al ribasso. Sia l'Unione Europea che gli Stati Uniti non hanno voluto affrontare alcune questioni legate alle tematiche dello sviluppo, quali gli impatti dei cambiamenti climatici o quelli dell'attuale crisi finanziaria sui Paesi poveri. Per questi ultimi, già duramente colpiti dalla crisi delle materie prime, le conseguenze sono diverse. E diventa molto più difficile emettere titoli di debito pubblico sui mercati, se non a tassi di interesse molto alti, con il rischio di innescare una nuova crisi del debito; il commercio internazionale e i flussi di capitali privati si stanno riducendo; l'aiuto pubblico allo sviluppo potrebbe contrarsi a causa della crisi che colpisce i Paesi donatori.
Domanda. Quindi possiamo concludere che ancora una volta, i poveri non sono la priorità?
G. Petrina. Purtroppo sì.
Ecco quanto racconta la dott.ssa Gabriella Petrina, esperta economista che cura i nostri corsi online di Economia dello Sviluppo e Finanza per lo Sviluppo.
Ma cosa sono esattamente gli aiuti allo sviluppo? Come si definiscono e a cosa servono gli investimenti diretti esteri? E il debito estero perché rappresenta una problema? Tutte queste (e molte altre) sono problematiche delle quali non possiamo non essere a conoscenza. Tanto più adesso che stiamo attraversando una delle più pesanti crisi finanziarie mondiali.
Con i nostri corsi online abbiamo la possibilità di comprendere, attraverso una sorta di guida all'economia e alla finanza adatta anche ai "non addetti ai lavori", questi temi in maniera approfondita: i corsi rappresentano un utile ed importante strumento per potere affrontare in maniera consapevole e critica una delle più grosse sfide del millennio.

Per maggiori informazioni, programma, modalità e scadenze dei corsi, consulta http://www.volint.it/scuola/index.htm

Vi aspettiamo!