1 agosto 2012 - Secondo la Cgil, in Italia sono oltre 750 mila le persone con handicap iscritte alle liste di collocamento obbligatorio. Un problema che si aggrava con la recessione economica. "Le aziende possono chiedere la sospensione dagli obblighi di assunzione previsti dalla legge 68/99. E così il 25% dei posti riservati, nel pubblico come nel privato, rimane scoperto"
E' una missione impossibile quella dei disabili alla ricerca di un posto di lavoro. Oltre la metà non lo trova. Una situazione che peggiora con la crisi economica. Secondo l'ufficio per i diritti dei portatori di handicap delle Nazioni Unite (Scrpd), nei Paesi industrializzati la disoccupazione dei portatori di handicap raggiunge il 50-70%. Mentre in Italia la Cgil rivela che sono oltre 750 mila le persone disabili iscritte alle liste di collocamento obbligatorio.
L'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) stima che questa situazione costa tra l'1 e il 7% del prodotto interno. "Il potenziale di moltissime donne e uomini disabili rimane non sfruttato e non riconosciuto lasciando la maggior parte di loro a vivere nella povertà, nella dipendenza e nell'esclusione sociale", si legge nel rapporto L'occupazione per la giustizia sociale e una globalizzazione equa. Disabilità.
Sospensione dagli obblighi di assunzione. Lo corsa tra concorsi, invio di curriculum e centri per l'impiego è sempre più difficile per chi è costretto su una sedia a rotelle o vive qualche forma di handicap. In Italia, secondo la Cgil, dalla prima ondata della crisi, tra il 2008 e il 2009, l'occupazione dei disabili si è ridotta di oltre un terzo. La recessione ha aggravato la situazione perché "le aziende in crisi possono chiedere la sospensione dagli obblighi di assunzione dei disabili previsti dalla legge 68/99, una legge avanzata, solidale e innovativa ma che resta inapplicata perché mancano le ispezioni", spiega Nina Daita, responsabile politiche per la disabilità della Cgil. E' così che il 25% dei posti da assegnare ai portatori di handicap (oltre 65 mila nel 2009), nel pubblico come nel privato, rimane scoperto.
Procedura d'infrazione per l'Italia. La situazione è tale che la Commissione europea ha citato nel giugno scorso l'Italia davanti alla Corte di Giustizia Ue per l'incompleto recepimento della direttiva 2000/78 sulla lotta alla discriminazione sul lavoro. La normativa comunitaria 1 impone infatti ai datori di lavoro di prendere i provvedimenti appropriati per consentire alle persone disabili di accedere a un'occupazione e di progredire nella carriera, un obbligo non pienamente previsto, secondo Bruxelles, dalla legge italiana.
La storia. "Il diritto del lavoro dei disabili, riconosciuto dalla legge 68/99, in Italia di fatto non esiste. Oltre alla propria patologia fisica, si deve combattere contro fortissime barriere, non solo architettoniche, ma soprattutto mentali", spiega Lorenzo Torto, 24 anni, malato di tetraparesi spastica che vive su una sedia a rotelle. E' precario con un contratto in scadenza il 29 settembre. Per ottenere il posto ha dovuto lottare ed è arrivato a scrivere al presidente della Repubblica, al Parlamento europeo e alla Commissione giustizia dell'Ue.
La Ue. "Sulla vicenda c'è stato l'impegno del capo dello Stato, e mi auguro che continui - aggiunge - ma la risposta di Bruxelles mi ha lasciato scioccato". C'è infatti una procedura di infrazione alla Corte di Giustizia europea contro l'Italia per non aver recepito completamente la direttiva 2000/78, "ma dal ricorso del giugno 2011 ancora non sono state fissate le udienze e in Italia non se ne sa niente. C'è un'omertà delle istituzioni totale", attacca Lorenzo, che è stato iscritto alle liste di collocamento obbligatorio per tre anni ma non è mai stato chiamato.
Solo il 17% dei disabili occupati in Italia afferma di aver trovato lavoro grazie ai centri per l'impiego, secondo l'ultima indagine Istat (2004), mentre il 31% si è affidato alla rete di parenti e amici, il 20% ha partecipato a un concorso pubblico e il 16% ha inviato il curriculum in risposta agli annunci. La ricerca è quasi sempre lunga e molto difficile e l'80% dei disabili denuncia di aver cercato lavoro senza trovarlo.
(Fonte: Repubblica.it)