Diritti umani. 2010 Anno europeo della nonviolenza?

Rafforzare la politica estera, sostenere i tribunali internazionali e creare una rete di democrazie su scala mondiale. E' quanto chiede il Parlamento per promuovere la difesa non violenta dei diritti umani nel mondo. Occorre attuare la moratoria sulla pena di morte e combattere la discriminazione razziale, religiosa, di genere (mutilazioni genitali) e sull'orientamento sessuale. Il 2010 andrebbe proclamato "Anno europeo della nonviolenza". Cina, Iran e Russia sono severamente criticati.

Il Parlamento deplora quindi che l'UE «sia ancora lontana dal realizzare una politica coerente e di grande impatto in materia di affermazione e promozione dei diritti dell'uomo nel mondo». Ritiene inoltre che, «per compiere un salto di qualità», sia necessario rafforzare la politica estera e di sicurezza comune (PESC), «spesso ostacolata dal prevalere degli interessi nazionali degli Stati membri». Occorre inoltre assicurare che la PESC persegua «rigorosamente» l'obiettivo della promozione dei diritti umani e compiere maggiori sforzi per migliorare la capacità dell'UE di rispondere rapidamente alle violazioni dei diritti umani da parte di paesi terzi, in particolare con l'integrazione dei diritti umani in tutte le sue politiche esterne. Il Parlamento deplora peraltro che le clausole sui diritti umani e la democrazia, «un elemento essenziale di tutti gli accordi di cooperazione e partenariato con paesi terzi», non siano ancora attuate in modo concreto.

I deputati ritengono inoltre che uno dei principali obiettivi politici dell'UE per assicurare l'effettivo rispetto dei diritti umani deve essere il sostegno ai tribunali internazionali. Chiedono quindi di continuare a promuovere la ratifica dello Statuto di Roma e l'adozione della necessaria legislazione attuativa nazionale sul Tribunale penale internazionale. A tale riguardo esortano gli 87 paesi che non vi hanno ancora provveduto a ratificare quanto prima lo Statuto (tra questi figurano: Arabia Saudita, Cina, Corea, Emirati Arabi, India, Iran, Iraq, Israele, Monaco, Pakistan, Repubblica ceca, Russia, Tailandia, Turchia e USA). Più in generale, sollecitano la piena collaborazione ai meccanismi internazionali di giustizia penale, in particolare consegnando i latitanti alla giustizia, e il loro rafforzamento.

Il Parlamento ritiene peraltro che le istituzioni internazionali, l'UE e tutti gli Stati membri abbiano il dovere di agire per la rimozione degli ostacoli al pieno godimento in tutto il mondo del diritto alla democrazia, «un diritto umano universale storicamente acquisito e riconosciuto». Chiede quindi di creare un'autentica rete di democrazie su scala mondiale trasformando e rafforzando le organizzazioni esistenti.

Per i deputati, d'altronde, «la difesa non violenta dei diritti umani» è lo strumento più adeguato «per il pieno godimento, l'affermazione, la promozione e il rispetto dei diritti dell'uomo fondamentali». E' pertanto necessario che la sua diffusione divenga obiettivo prioritario per l'Unione europea. Propongono poi che nel 2009 sia convocata una Conferenza europea sulla nonviolenza e che l'anno 2010 sia dichiarato "anno europeo della nonviolenza", chiedendo agli Stati membri di adoperarsi, sotto l'egida delle Nazioni Unite, affinché si proclami il "decennio della nonviolenza 2010-2020".

Il Parlamento rileva che l'UNHRC «ha le potenzialità per diventare un prezioso quadro di riferimento per le iniziative multilaterali dell'Unione europea nel campo dei diritti umani».

Il Parlamento si compiace della risoluzione 62/149 adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 2007, che chiede una moratoria universale sulla pena di morte.

I deputati reiterano poi il loro appello affinché tutte le discussioni con i paesi terzi in materia di diritti umani e democrazia affrontino in modo esplicito i temi relativi a:

  • le minoranze etniche, nazionali e linguistiche, la libertà religiosa, «comprese l'intolleranza nei confronti di qualunque religione e le pratiche discriminatorie ai danni delle minoranze religiose»;
  • tutte le forme di sfruttamento di minori, che si tratti di forme di sfruttamento sessuale, compresa la pornografia infantile e il turismo pedofilo, o di lavoro forzato, oltre a tutte le forme di tratta di esseri umani;
  • l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione e di violenza contro le donne e le ragazze quali «l'aborto selettivo dei feti femminili» e tutte le «pratiche tradizionali nocive» come la mutilazione genitale femminile o il matrimonio in età precoce;
  • le persecuzioni e le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere;
  • il diritto fondamentale alla salute per quanto riguarda il trattamento del dolore e l'accesso agli analgesici oppiacei;
  • l'attuazione più trasparente e sistematica degli orientamenti dell'Unione europea sui difensori dei diritti umani, ritenendo che un approccio coerente dovrebbe concentrarsi sul rafforzamento delle capacità tra gli attivisti.