Dopo una settimana di colloqui mediati dalle Nazioni Unite, dalla Lega Araba e dal Qatar, ieri, 17 febbraio, i rappresentanti del governo di Khartoum e del movimento di Giustizia e Uguaglianza (Jem) hanno firmato a Doha (Qatar) una dichiarazione di intenti sul rilascio dei prigionieri politici, la sicurezza dei centri abitati e dei campi profughi e la fine del rimpatrio coatto degli sfollati in Darfur.
Le parti hanno inoltre concordato di rincontrarsi nelle prossime due settimane per discutere la cessazione delle ostilità e per tracciare una cornice all'interno della quale sviluppare il processo di pace.
Come sottolineato da Ahmed Hussein Adam, portavoce del Jem, questo accordo rappresenta un primo passo verso l'avvio di un processo di pace in Darfur ed un messaggio di speranza per i civili, provati da sei lunghi anni di conflitto.
La mancata partecipazione ai colloqui di Doha da parte dell'altro grande movimento di opposizione, il Sudan Liberation Movement (Slm), rende tuttavia evidente la necessità di ulteriori sforzi per coinvolgere in questo processo anche altri protagonisti della scena politica del Paese.
(Fonte: MISNA)