Il principio universalmente riconosciuto della proibizione della tortura, una pietra miliare nella protezione dei diritti umani è messa oggi a dura prova in un modo che non ha precedenti: in molti Stati, inclusi quelli democratici, non ci si attiene agli standard di tutela dei diritti umani in virtù della nuova situazione geopolitica che si è venuta a creare.
È quanto emerge dalla dichiarazione dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (UNHCHR) rilasciata ieri a Ginevra in occasione della Giornata Mondiale a sostegno delle vittime della tortura.
"Siamo molto preoccupati del gran numero di informazioni dettagliate e affidabili che riceviamo su casi di tortura che si verificano in tutto il mondo" ha dichiarato Louise Arbour, l'alto commissario dell'UNHCHR, aggiungendo che "molti governi democratici conducono attività segrete, sottraendosi a controlli giudiziari".
A questo proposito auspica che "i centri di detenzione siano aperti al controllo di esperti indipendenti e di organizzazioni non governative", come riportato da ABC Digital.
Nello stesso giorno è stato celebrato il 25 anniversario della creazione del Fondo della Nazioni Unite per il sostegno alle vittime della tortura con la presentazione dell'opera: "Rebuilding Lives".