Sri Lanka: una guerra da non dimenticare

Dopo complicati e lunghi negoziati con i ribelli, le Nazioni Unite hanno evacuato dal nord-est dello Sri Lanka più di 350 persone gravemente ferite di cui 50 bambini. Il convoglio dell'Onu e della Croce Rossa Internazionale è riuscito a oltrepassare la linea del fronte e a raggiungere l'ospedale di Vavuniya, per la prima volta dopo l'impennata dei combattimenti tra le Tigri Tamil e l'esercito.

Sono oltre 1.000 i feriti e 250 i civili tamil uccisi in una settimana, e oltre i pochi portati in salvo ne rimangono altri 250 mila nella giungla e nelle paludi bombardate dall'esercito governativo che continua ad attaccare anche la cosiddetta zona di sicurezza.

La guerra civile dello Sri Lanka è un conflitto ancora in corso scoppiato nel 1983, in cui si scontrano il governo e le Tigri di Liberazione del Tamil Eelam, un gruppo separatista organizzato militarmente che combatte per la creazione di uno stato indipendente nel nord e nell'est dell'isola dello Sri Lanka., appunto chiamato Tamil Eleam. Si stima siano morte 68.000 persone fino ad oggi e ciò ha causato un rilevante danno per la popolazione e l'economia del Paese.

Nell'ultimo anno la situazione del Paese è degenerata considerevolmente a seguito del ritiro unilaterale dal cessato fuoco, dichiarato del governo all'inizio dello scorso gennaio. Da allora lo Sri Lanka è tornato ad essere un Paese ufficialmente in guerra e le conseguenze immediate sono state, da un lato, un sensibile aumento di attentati che hanno colpito soprattutto la capitale Colombo e che hanno avuto quasi sempre la popolazione civile come bersaglio e, dall'altro, una massiccia ripresa delle operazioni militari, ad opera del governo, volte a liberare il Nord dalle Tigri Tamil.

Gli aerei governativi bombardano a tappeto le zone a nord ritenute strategiche per annientare le Tigri, ma tutto ciò sta causando la morte di un gran numero di persone, sia tra la popolazione civile, sia nelle fila dell'esercito governativo e dei gruppi paramilitari delle Tigri.

È inoltre importante sottolineare che le ONG e le Organizzazioni Internazionali non possono lavorare in modo efficace nelle zone in conflitto a causa dei combattimenti e delle numerose restrizioni poste in essere dal governo