Si apre a Firenze Terra Futura, la mostra-convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità

L'insostenibilità dell'attuale modello di sviluppo continua ad essere pagata in maniera durissima dai paesi più poveri. È quanto sostengono le più grandi associazioni attive nel campo della cooperazione internazionale, riunite a Terra Futura, la mostra convegno delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale che si apre venerdì 23 maggio, alla Fortezza da Basso di Firenze, fino al 25 maggio. Al fianco delle Nazioni Unite le associazioni partecipanti presenteranno la "squadra per un aiuto allo sviluppo più efficace": chiederanno al Governo di migliorare l'efficacia dell'aiuto pubblico allo sviluppo, in nome anche dell'impegno preso nel settembre del 2000, in occasione del "Vertice del Millennio".

Al centro di questa edizione di Terra Futura anche il tema dei cambiamenti climatici e delle loro conseguenze sull'agricoltura, la sicurezza del cibo, ma anche i diritti umani.
Entro il 2050 ci saranno 150 milioni di "ecoprofughi" nel mondo: a ricordarlo è il "Dossier sui diritti umani e ambientali" (a cura di Nuova Ecologia e Amnesty International) che sarà presentato venerdì, giorno in cui Legambiente presenterà anche "Pesticidi nel piatto", il rapporto annuale sui residui chimici dell'ortofrutta.
Terra Futura sarà anche occasione per conoscere, in anteprima in Italia, le linee guida del nuovo "Manifesto sui sistemi alimentari e sui cambiamenti climatici", predisposto dalla Commissione Internazionale sul futuro dell'Alimentazione e dell'Agricoltura, in collaborazione con la Regione Toscana, che sarà illustrato il prossimo 27 maggio a Bruxelles.

Tra i grandi ospiti attesi: Vandana Shiva (Fondazione di ricerca per la Scienza, Tecnologia ed Ecologia), Jack Steinberger (premio Nobel per la fisica del 1988), Susan George (Transnational Institute), Stefano Zamagni (Università di Bologna), Raffaele Bonanni (Cisl), Ariane Arpa (Intermon Oxfam), Debi Barker (International Forum on Globalization), Candido Grzybowski (IBASE-Brazilian Institute of Social and Economic Analyses), Euclides Mance (Solidarius-Rete brasiliana socioeconomia solidale).