5 agosto 2010 - A un mese dall'esplosione di un'autocisterna nel villaggio di Sange, nella provincia orientale del Sud-Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime dopo il successivo decesso di feriti gravemente ustionati, passato dagli iniziali 232 morti a 308.
Lo riferisce l'emittente 'Radio Okapi' citando l'amministratore del territorio di Uvira, Bellarmin Mugangu, precisando che i corpi delle ultime vittime sono stati seppelliti nel capoluogo di Bukavu, ad Uvira, nei villaggi circostanti ma anche a Sange. Fonti mediche attribuiscono gli ultimi decessi alla profondità delle ustioni, all'intervento tardivo di specialisti ma anche alla mancanza di personale e a problemi logistici.
Ad oggi, 18 feriti gravi sono ancora ricoverati a Sange, una quarantina a Uvira e una decina a Bukavu. Mentre le prime conclusioni dell'indagine sull'incidente sono state consegnate al tribunale di Uvira, il capo della città di Sange, Malula Rukanisha, riferisce che sul terreno procede il censimento delle famiglie decimate nell'esplosione. In qualità di membro del comitato di crisi istituito all'indomani della strage sottolinea "l'indignazione" delle popolazioni che "si sentono dire che aiuti vengono raccolti ovunque nel paese, mentre per ora non hanno ricevuto niente". Rukanisha ha invece ringraziato il sostegno dimostrato dal governo centrale di Kinshasa, dalla missione Onu in Congo (Monusco), da alcune organizzazioni non governative e dalle chiese locali.
(Fonte: Misna)