Si svolgerà a Roma, il prossimo martedì 12 di giugno presso la sede Nazionale della FAO, la Giornata Mondiale contro il lavoro minorile.
Ancora oggi il lavoro minorile si presenta come uno dei disagi più forti vissuti da bambini e adolescenti in molti paesi del mondo. Nonostante la Convenzione dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 1989 sia stata sottoscritta con grande diffusione su scala mondiale e nonostante tutte le normative nazionale tendenti ad eliminare questa forma di sfruttamento, il problema continua a persistere così come continua a persistere lo scontro sul tema.
Cos’è che la società “detta” civile condanna? Il lavoro minorile o lo sfruttamento del lavoro minorile?
Non dobbiamo dimenticare che in molti paesi del mondo la soglia di povertà è così elevata che, spesso, a tutti i componenti della famiglia viene richiesto di dare il loro contributo per il sostentamento del nucleo senza, per questo, subire passivamente maltrattamenti o orari di lavoro massacranti. In alcuni casi c’è anche chi continua ad avere accesso all’istruzione.
Ci accade a volte di confondere le problematiche, assimilandole, ma la distinzione è assolutamente doverosa.
Non dimentichiamo l’Italia del dopoguerra. Un paese che stentava a rialzarsi in piedi dopo gli orrori e la distruzione della seconda guerra mondiale. Anche allora molti dei nostri genitori contribuivano al sostentamento della famiglia con lavori di fortuna ben lontani dalla spensieratezza dell’infanzia o dell’adolescenza: la gente, in Italia, moriva di fame veramente.
Liberiamoci dagli stereotipi e dai pregiudizi e cerchiamo di “lavorare” costruttivamente per la tutela dei diritti di chi, troppo piccolo, non ha la forza di gridare le proprie ragioni.
Debora Sanguinato