I rappresentanti dei popoli delle foreste tropicali di 15 Paesi di America Latina, Africa e Asia, si sono riuniti a Manaus, nell'Amazzonia brasiliana, per esprimere la propria opinione in merito al dibattito sul cambiamento del clima.
L'incontro ha lo scopo di consentire ai responsabili delle comunità delle foreste dell'America Latina, di trovare un'intesa sulle compensazioni finanziarie che intendono ottenere per tutelare la foresta vergine tropicale.
Il mercato dei crediti di emissione è stato istituito dal protocollo di Kyoto che, fino al 2012, impone ai paesi sviluppati una riduzione del 5,2% delle emissioni di gas che producono effetto serra. Per raggiungere questo obiettivo i Paesi possono investire in progetti che riducano le emissioni di biossido di carbonio nei Paesi ad economia in transizione.
Manoel da Cunha, presidente dei raccoglitori di lattice del Brasile, ha affermato infatti che "le popolazioni delle foreste che non disboscano, dovrebbero ricevere dei benefici dai fondi internazionali o dai crediti di emissione". Al suo intervento ha fatto eco quello di Alberto Lopes, presidente del Gruppo di Lavoro dell'Amazzonia che comprende 620 organizzazioni della zona: "Noi eserciteremo il nostro diritto di decidere del futuro delle foreste tropicali, vogliamo rafforzare un'alleanza per lo sviluppo durevole".