24 agosto 2012 - È all’insegna della condivisione che nove giovani provenienti da diverse parti della Sicilia si sono conosciuti ed incontrati per vivere insieme un’esperienza di fraternità, di servizio e di animazione missionaria in Albania, attorniati da una natura pressocchè incontaminata e da gente semplice e ospitale.
Di seguito un estratto del loro entusiasmante racconto.
“Durante la nostra permanenza a Lohe (31 luglio – 8 agosto), presso la casa delle suore Piccole operaie dei Sacri Cuori, abbiamo intrattenuto piacevolmente i bambini e i giovani del luogo con giochi, canti e piccoli laboratori artistici. I ragazzi hanno partecipato con gioia ed impegno alle attività proposte, rivelando grande fantasia, creatività e abilità manuale. Hanno subito esteso il nostro invito ad altri loro amici, tanto che il loro numero è andato sempre piú crescendo di giorno in giorno. Nonostante non ci conoscessero, i bambini ci attendevano da tempo con trepidazione – come ci hanno rivelato le suore – e i loro volti, i loro sorrisi e il loro affetto ci hanno ripagato di tutta la stanchezza e le difficoltà iniziali, superando persino la barriera della diversità linguistica.
La nostra esperienza di animazione missionaria è continuata per un’altra settimana (12 – 17 agosto) a Vukel, un piccolo villaggio adagiato sui monti, a circa 20 km da Tamara. Qui si vive unicamente di un’economia di sussistenza; le case sono poche e disseminate lungo i pendii delle montagne, tra fitti arbusti, orti e rovi spinosi; la gente – bambini compresi – percorre ogni giorno un’infinità di Km a piedi per portare al pascolo gli animali, per raggiungere la scuola e la chiesa, o semplicemente per far visita ad un parente bisognoso di assistenza. Ma proprio ciò che ai nostri occhi può apparire inconcepibile o insopportabile, qui è invece assolutamente normale, ossia essenziale, oserei dire vitale quasi. Sì, perché la vita della gente semplice e sorridente di Vukel è tutta qui: è nello svegliarsi all’alba per mungere e portare al pascolo i propri animali, è nell’impastare e cuocere il pane con le proprie mani, è nel raccogliere i frutti che la terra generosamente offre.
È stata per noi una vera lezione di vita, un’occasione preziosa per confrontarci con la realtà di gente che vive all’insegna dell’essenzialità, attaccata al proprio lavoro e alla propria terra. Senza troppe parole, questa gente ci ha insegnato e trasmesso il valore del sacrificio e della rinuncia, della forza di volontà, della pazienza e dello spirito di adattamento, aprendoci la porta della propria casa con accoglienza umile e generosa".
Don Vincenzo, Emanuele, Nicolò, Angelo, Riccardo,
Manuela, Nuccia, Taisia, Maria Concetta
(Sarà possibile leggere altri passaggi della testimonianza sul prossimo numero di Un mondo possibile, online a metà settembre!)