20 maggio 2011 - È stato presentato ieri a Roma, in contemporanea europea, il Rapporto AidWATCH2011 che analizza lo stato della cooperazione allo sviluppo dell'Unione Europea e dei 27 stati membri. I risultati sono negativi e l'Italia è uno dei maggiori responsabili di questa deludente performance.
Per evitare la dismissione della politica pubblica di cooperazione allo sviluppo, il Cini, di cui il VIS è membro, insieme all'Associazione ONG Italiane, alla rete Link 2007 avanzano una prima richiesta al governo italiano: la nomina di un sottosegretario con un chiaro ed esclusivo mandato sulla cooperazione allo sviluppo.
Guardando al 2015, al di là della insoddisfacente prestazione del 2010, si prevede che l'aiuto europeo crescerà molto più lentamente di quanto sarebbe necessario per raggiungere l'obiettivo dello 0,7% del PIL fissato per il 2015. Stando alle proiezioni e in base alle attuali tendenze, lo scarto collettivo non farà che aumentare ogni anno fino al 2015.
In base alle previsioni l'entità dell'aiuto in proporzione al PIL nel 2015, - anno che rappresenta la scadenza ultima per raggiungere gli Obiettivi del Millennio - raggiungerà un deludente 0,45%. I maggiori responsabili di un tale scarto sono l'Italia (che si appresta a ridurre significativamente i già bassi livelli di APS/PIL e arriverà ad uno scioccante 0,09% nel 2015); la Francia e la Germania (che realizzeranno solo il 60 % degli impegni presi entro il 2015); e l'Austria (che manterrà i modesti livelli di APS/PIL stabili intorno allo 0,32%). Infine si prevede che la Danimarca, che sinora era stata uno dei Paesi con la migliore prestazione, congelerà l'aiuto in termini nominali, non raggiungendo l'obiettivo nazionale dello 0,8% per i prossimi cinque anni.
Vi invitiamo a leggere la sintesi del rapporto in lingua italiana.