Pubblicato il rapporto annuale dell'Africa Progress Panel, incentrato sulla crisi alimentare dei Paesi Poveri

Cento milioni di persone in Africa rischiano di soffrire la fame se non vengono rispettate le promesse lanciate dal G8 nel 2005 a Gleneagles. A lanciare l'allarme è l'Africa Progress Panel, l'organismo promosso dall'ex premier britannico Tony Blair e guidato dall'ex segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan. Secondo il rapporto annuale presentato a Londra è necessario che vengano adottate specifiche misure per contrastare l'aumento incondizionato dei prezzi alimentari mondiali. L'obiettivo principale dell'organismo indipendente è quello di controllare i leader mondiali sul mantenimento degli impegni a favore dell'Africa.

La crisi alimentare che ha colpito soprattutto i paesi più poveri e appena sviluppati, "minaccia di distruggere decenni di progresso economico, con cento milioni di persone spinte verso la povertà assoluta. Se non vengono trovati sistemi efficaci per arrestare e invertire le attuali tendenze dei prezzi alimentari, si registrerà un netto aumento della fame, della malnutrizione e della mortalità neo-natale e infantile". L'Africa Progress Panel ha evidenziato i punti su cui il G8 giapponese di Hokkaido dovrà spingere per contrastare la crisi alimentare in atto: livelli e qualità degli aiuti; commercio; cambiamenti climatici; infrastrutture; good governance.

"Servono misure immediate - ha detto Annan durante la conferenza stampa londinese -. Le promesse che davvero contano sono quelle che vengono mantenute. L'Africa ha fatto progressi sostanziali negli ultimi anni. Purtroppo, la crisi alimentare rischia di azzerare molti dei risultati così duramente ottenuti: con cento milioni di persone che rischiano di sprofondare nuovamente nella povertà il costo del cibo non verrà misurato con il prezzo del grano e del riso, ma con il crescente numero di morti, sopratutto bambini, che si verificheranno in Africa".