La sartoria di Neema, storia di un futuro cucito alla perfezione

20 agosto 2012 - A Ngangi (Goma) nella Repubblica Democratica del Congo, il Centro Don Bosco offre la possibilità agli alunni che terminano il ciclo di scuola professionale di iniziare ad aprirsi una strada nel mondo del lavoro. Il progetto del Centro è quello di incoraggiare la formazione di microimprese gestite da gruppi di ex allievi.

Piccoli passi avanti in questo senso si fanno anno dopo anno. Neema è un esempio di come, attraverso l’impegno personale e l’aiuto del Centro, si possano raggiungere dei buoni risultati. Neema è arrivata bambina alla Maison Ushindi, la casa di accoglienza del Centro per orfani e ragazze in difficoltà, con un ritardo fisico dovuto alla poliomelite. Adesso è una ragazza solare e sempre sorridente, con tanta voglia di fare e di mettersi in gioco.

Ha passato gli anni della sua infanzia e della sua adolescenza qui al Centro Don Bosco Ngangi, specializzandosi in taglio e cucito e nel 2010 ha terminato i tre anni di scuola professionale. L’equipe sociale, dopo un attento lavoro, ha ritenuto opportuno riunificare la ragazza alla sua famiglia a Mweso, un paesino a 4 ore da Goma nel Sud Kivu. Oggi Neema ha 24 anni e, dopo essere stata riunificata, grazie al kit di riunificazione offerto dal Centro (una macchina da cucire, una forbice e il metro) ha iniziato la sua microimpresa. Pian piano Neema ha cominciato a ricevere ordini, a comprare altro materiale per il suo lavoro e ad avere sempre più clienti. È riuscita a costruirsi un piccolo spazio adiacente alla casa della famiglia, dove lavora senza sosta.

Il Centro continua a seguirla e a sostenerla. Nell’ultima visita domiciliare effettuata dall’equipe sociale e dall’ufficio del lavoro del Don Bosco, si è ritenuto opportuno aiutarla ancora, prestandole i soldi per comprare una macchina per applicare i bottoni che le permetterà di ampliare il suo mercato ed essere più competitiva. Lei stessa ha proposto le modalità per il rimborso del prestito e in nove mesi restituirà per intero la somma al Centro.

Nel rapporto che l’equipe ha fatto, gli operatori segnalano che sono rimasti molto colpiti dall’ospitalità e dall’armonia che regna nella famiglia e anche dall’amore e dalla riconoscenza che Neema dimostra nei confronti del Centro per l’accoglienza e la formazione a lei riservata.

Non sono tanti i ragazzi che riescono a realizzare i loro progetti, ma Neema ci sta riuscendo e noi vogliamo sostenerla e incoraggiarla. Crediamo che la sua storia possa servire da esempio per gli altri allievi del Don Bosco.

Il suo sogno è di spostare la sua sartoria dalla collina, dove si trova ora, al centro del paese e di formare altre persone a questo lavoro che ama tanto. Con il suo sorriso e la sua solarità Neema conquista tutti, la sua voglia di vivere, il suo impegno e i risultati da lei raggiunti ci fanno credere e sperare che “un altro mondo è possibile”.

 

Giulia Cavalletto
Volontaria VIS