La Giornata della Memoria, ricordare ieri per non dimenticare oggi

27 gennaio 2012 – Anche quest’anno, per celebrare la Giornata della Memoria dedicata alle vittime della Shoah 67 anni dal giorno in cui le truppe sovietiche arrivarono ad Auschwitz, in Italia e nel mondo milioni di persone si sono attivate, ideando e partecipando a molteplici iniziative allo scopo di non dimenticare.

A Milano, sulla banchina del binario 21 della Stazione Centrale è stata posta ieri una targa commemorativa dei convogli che partivano in direzione del campo di concentramento di Auschwitz. È la prima di 20 targhe che ricorderanno i convogli di deportati. Alla cerimonia, accompagnata da letture di brani a tema, ha partecipato anche Liliana Segre una delle deportate su quel treno del 30 gennaio 1944.

A Roma è stata inaugurata giovedì presso il Complesso del Vittoriano una mostra che ripercorre la storia dei ghetti nazisti in Polonia, dal 1939 al 1944. Durante la serata invece una toccante cerimonia si è svolta nella Sinagoga per ricordare i 216 bambini ebrei romani morti nel campo di sterminio. Oggi, al Quirinale, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dedicherà un pensiero personale e un pensiero in rappresentanza del Paese a questa giornata significativa.

Tante altre le iniziative che si susseguiranno in Italia: dall’Umbria alla Calabria, tra campagne facebook di solidarietà e lanci di documentari, nessuno si sottrarrà al ricordo. Per consultare la lista completa degli eventi clicca qui.

Il VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo si unisce alle celebrazioni, invitando tutti a riflettere sul significato profondo di questa giornata, attraverso una delle poesie più tragiche e commoventi che sia mai stata scritta, “Se questo è un uomo” di Primo Levi. Questa poesia e questa giornata possono purtroppo essere dedicate non solo oggi ma tutti i giorni a tante persone nel mondo i cui diritti vengono violati sotto lo sguardo indifferente di tutti. Donne e uomini palestinesi; ragazzi di strada boliviani; madri angolane, bambini indiani. Custodire la forza di ricordare significa non lasciare che l’ingiustizia si ripeta all’infinito. Non dimenticare cosa succedeva più di 60 anni fa significa non dimenticare cosa sta succedendo ora, nel mondo.

 

“Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.”

(Se questo è un uomo, Primo Levi)