Israele attacca flotta di navi di pacifisti diretta a Gaza: almeno 19 i morti

31 maggio 2010 - Finisce nel sangue l'assalto israeliano contro una flottiglia di navi appartenenti ad Organizzazioni non governative in rotta verso Gaza.

Secondo la tv israeliana, 19 attivisti filo-palestinesi che erano a bordo sono morti, mentre almeno 26 persone sono rimaste ferite. Feriti anche diversi militari israeliani.

Secondo le prime ricostruzioni, le forze armate di Tel Aviv avrebbero cercato di impossessarsi delle navi, ma l'assalto è finito nel peggiore dei modi. Il comandante della marina militare israeliana, ammiraglio Eliezer Marom, ha affermato che gli scontri mortali si sono verificati solo su una delle sei navi, la Marmara, battente bandiera turca con a bordo circa 600 attivisti. Su tutte le altre navi, ha detto, la presa di controllo si è svolta senza incontrare resistenza violenta da parte dei passeggeri e perciò senza vittime. Il ministero dei Trasporti turco denuncia però che la flottiglia è stata illegalmente intercettata in acque internazionali. Fra gli attivisti a bordo delle navi c'erano anche quattro italiani: la Farnesina afferma che nessuno di loro è stato coinvolto nella sparatoria.

Secondo l'esercito israeliano, i militari sarebbero stati oggetto di un attacco da parte di armi da fuoco da alcune persone presenti su una delle navi. «Sono stati loro a dare il via alla violenza», ha detto Mark Regev, portavoce del premier israeliano Benjamin Netanyhahu. Ma i funzionari doganali del porto di Antalya, in Turchia, respingono le accuse circa il fatto che la nave turca assaltata nella notte dalla marina di Tel Aviv trasportasse armi oltre che aiuti umanitari diretti a Gaza.

Le navi di Freedom Flotilla portavano più di 700 passeggeri di 40 nazionalità diverse e volevano consegnare 10mila tonnellate di aiuti umanitari, tra cui cemento, medicine, generi alimentari, e altri beni fondamentali per la popolazione di Gaza. A bordo anche case prefabbricate, 500 sedie a rotelle elettriche e cinque parlamentari (di Irlanda, Italia, Svezia, Norvegia e Bulgaria) oltre a esponenti di Ong, associazioni e semplici cittadini filo-palestinesi intenzionati a forzare il blocco di aiuti umanitari a Gaza. L'obiettivo della spedizione, salpata giovedì dalla Turchia, era rompere l'assedio a Gaza e introdurre materiale.

L'assalto israeliano ha provocato immediate tensioni nella politica internazionale. Numerosi Paesi hanno già condannato il blitz: il ministro degli esteri, Franco Frattini, ha «deplorato» «in modo assoluto l'uccisione di civili». «È un fatto assolutamente grave», ha detto ai giornalisti alla Farnesina.

Pesante la situazione a Istanbul, dove fin dall'alba centinaia di manifestanti hanno cercato di scavalcare i cancelli del consolato israeliano a Levent, causando anche momenti di scontro con la polizia che cercava di contenere la folla. La Turchia ha chiesto la convocazione straordinaria del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e richiamato il proprio ambasciatore in Israele.

Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese ha condannato il raid israeliano, definendolo un «massacro». Abu Mazen ha decretato tre giorni di lutto nei Territori palestinesi. Il capo dell'esecutivo di Hamas a Gaza Ismail Haniyeh. Haniyeh invece ha fatto appello alla intera popolazione palestinese affinché si riversi nelle strade per protestare contro la operazione israeliana e ha fatto appello all'Anp affinché abbandoni i negoziati indiretti con Israele. Haniyeh si è infine rivolto anche all'opinione pubblica internazionale affinché trascini i dirigenti israeliani di fronte a un Tribunale e li processi per crimini di guerra.

L'Unione Europea ha sollecitato un'inchiesta accurata sul sanguinoso attacco alla flotta umanitaria e ha esortato Israele a consentire il libero fluire degli aiuti umanitari verso la Striscia di Gaza. Gli ambasciatori dell'Unione Europea si incontreranno oggi pomeriggio a Bruxelles, in via straordinaria, per discutere della crisi. La Grecia, la Spagna e il Belgio hanno convocato gli ambasciatori di Israele per comunicazioni.

Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, si è detto «scioccato» per l'attacco di Israele alla flotta degli attivisti pro-palestinesi e ha condannato l'episodio.

Grande preoccupazione e dolore sono invece stati espressi dalla Santa Sede.

(Fonte: Corriere della Sera)