Intervista a Mameli Biasin
Microfinanza e microcredito come strumenti di sviluppo: un corso online ti spiega come.
"Un giorno i nostri nipoti andranno nei musei per vedere cosa fosse la povertà".
Questo l'ottimistico slancio di Muhammad Yunus, il banchiere ed economista originario del Bangladesh, fondatore della Grameen Bank, di cui è direttore dal 1983, ideatore e realizzatore del microcredito, ovvero di un sistema di piccoli prestiti destinati a persone troppo povere per ottenere credito dai circuiti bancari tradizionali che vogliano intraprendere una pur piccolissima attività imprenditoriale. Per questo ha vinto il premio Nobel per la Pace 2006.
Vogliamo saperne di più? Sentiamo il Dott. Mameli Biasin, tutor del corso online “Microfinanza” (di cui sono aperte le iscrizioni), che ci racconta le caratteristiche principali del suo corso.
Microfinanza e microcredito sono due termini spesso confusi: la microfinanza comprende tanto i servizi di credito quanto quelli di risparmio, mentre il microcredito riduce la sua offerta all'erogazione del prestito.
Spesso sono le donne le principali destinatarie dei programmi di microcredito nei paesi in via di sviluppo: per loro l'accesso al credito non è soltanto un mezzo per uscire dalla povertà, ma un'opportunità per riappropriarsi di diritti negati e per vedere riconosciuto un ruolo paritario all'interno della famiglia e della società, spesso decidendo anche come impiegare il denaro guadagnato, in molti casi per l'educazione e l'istruzione dei figli. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), l'80% della popolazione mondiale ottiene solo il 5,4% del credito erogato dal sistema bancario internazionale. Gli esclusi dall'accesso ai servizi bancari vivono anche nei paesi ricchi.
Microfinanza e microcredito come strumenti di sviluppo.
Mameli Biasin è amministratore delegato di Microfinanza Srl e Microfinanza Rating Srl, due società di consulenza specializzate, rispettivamente, in sviluppo di progetti di microfinanza e valutazione di istituzioni di microfinanza.
Quali sono le principali finalità che si pone il corso?
M. Biasin. La microfinanza è un tema di grande attualità. Ciò soprattutto dopo che il 2005 è stato nominato anno internazionale del microcredito ed anche in Italia numerose sono state le iniziative per la divulgazione di queste pratiche.
Nell’esperienza delle edizioni passate del corso, quali sono le tematiche che più appassionano gli studenti alle discussioni?
M. Biasin. Le scorse edizioni del corso hanno coinvolto gli studenti in particolare su due aspetti: da un lato, la comprensione della microfinanza come strumento per la riduzione della povertà e, dall’altro, le modalità con cui si può valutare l’impatto delle azioni di microfinanza in termini appunto di riduzione della povertà. In sostanza, come verificare se le enunciazioni hanno dei riscontri effettivi…
Esistono stereotipi sullo microfinanza che si ritrovano nelle discussioni?
M. Biasin. Sicuramente ciò che viene ripetutamente affermato è che la microfinanza non presenta insolvenze, cioè che tutti i clienti che ottengono dei microcrediti dalle istituzioni di microfinanza nei paesi in via di sviluppo ripagano i propri debiti. Segnalando in questi una drastica differenza rispetto a quanto accade invece alle banche dei paesi industrializzati in cui le percentuali di sofferenza sono anche del 5 – 7 %, a livello di sistema bancario. Naturalmente ciò non è vero in senso stretto: anche i clienti della microfinanza in parte sono insolventi. Peraltro è vero che occorre pesare le differenze: avere anche percentuali di insolvenza uguali prestando a clienti molto poveri e spesso al di sotto della linea di povertà è un’altra cosa e testimonia che il permettere l’accesso al credito, attraverso i servizi di microfinanza, spessissimo è un elemento fondamentale per lo sviluppo ed il miglioramento delle condizioni economiche e di vita delle persone beneficiarie.
Le modalità di gestione della microfinanza sono uniformi o esistono modelli differenti?
M. Biasin. Attualmente esistono due modelli distinti abbastanza ben definiti: da un lato esiste un modello che potremmo definire “sociale” che punta ai clienti più poveri. In questo ambito è meno importante che il servizio sia in sé sostenibile economicamente quanto piuttosto che permetta di raggiungere le fasce di popolazione più povere. Dall’altro lato vi è invece un modello più commerciale che punta, al contempo, a raggiungere un ampio numero di clienti poveri (anche se non necessariamente “i più poveri tra i poveri”) e alla sostenibilità economica e finanziaria dell’istituzione di microfinanza con l’obiettivo di proporre un’azione durevole nel tempo. È il dibattito cosiddetto tra “institutionalist” e “welfarist” che viene approfondito in maniera dettagliata nel corso proprio perché è uno dei temi più dibattuti anche all’interno della comunità della microfinanza.
A chi è indirizzato il corso? Occorre una preparazione previa per accedervi?
M. Biasin. Si rivolge a tutti coloro che sono interessati in generale alle tematiche dello sviluppo ed in particolare all’ambito finanziario. E’ un corso introduttivo ma contemporaneamente con dei risvolti di approfondimento tecnico. Tutti lo possono frequentare anche se, ovviamente considerata la tematica, una formazione economica di base può essere utile.