12 ottobre 2010 - La malnutrizione tra i bambini sotto i due anni di età una delle sfide cruciali da affrontare per ridurre la fame, non solo perché può causare danni permanenti alla salute, ma anche per le sue conseguenze sulla produttività e sulle potenzialità economiche. E' quanto afferma l'Indice Globale della Fame 2010 (GHI, Global Hunger Index), il rapporto stilato dall'Istituto Internazionale di Ricerca sulle Politiche Alimentari (IFPRI), Welthungerhilfe e Concern Worldwide.
Per calcolare l'Indice, i ricercatori assegnano ai diversi paesi un punteggio calcolato utilizzando tre indicatori con uguale ponderazione: la percentuale di persone malnutrite, la percentuale di bambini sottopeso, in età compresa tra 0 e 5 anni e il tasso di mortalità infantile. Il fattore che maggiormente contribuisce al punteggio globale è proprio la malnutrizione infantile, responsabile di quasi la meta del valore finale.
"Per migliorare i propri punteggi, molti paesi devono accelerare il progresso nella riduzione della denutrizione infantile. L'intervallo di tempo utile per migliorare l'alimentazione va dal momento del concepimento al compimento dei due anni di età. Dopo i due anni, gli effetti negativi della malnutrizione sono in gran parte irreversibili" spiega Marie Ruel di IFPRI e coautrice del rapporto.
"La salute delle donne, in particolare delle madri, è cruciale per ridurre la malnutrizione infantile. Le madri che da piccole non hanno ricevuto adeguata alimentazione tendono a mettere al mondo bambini sottopeso, perpetuando in questo modo il ciclo della denutrizione" spiega Bärbel Dieckmann, presidente di Welthungerhilfe. "Gli interventi nutrizionali dovrebbero essere diretti alle bambine e alle donne durante tutto il ciclo vitale e in particolare in adolescenza prima della gravidanza."
Secondo il rapporto, per ridurre la fame mondiale i paesi dovrebbero:
• effettuare interventi mirati (donne incinte e che allattano e bambini sotto i due anni);
• affrontare le cause di fondo della denutrizione (povertà, disparità di genere, conflitti);
• coinvolgere, potenziare e sostenere tutti gli attori che lavorano a livello locale per migliorare l'alimentazione;
• e fare dell'alimentazione, in particolare quella dei bambini piccoli, una priorità politica.
L'Indice è stato calcolato per i 122 paesi in via di sviluppo e in transizione dei quali sono disponibili i dati sulle tre componenti della fame. I paesi con malnutrizione a livelli "estremamente allarmante" o "allarmante" sono ventinove. La maggior parte di essi sono in Africa subsahariana e in Asia meridionale.
(Fonte: IFPRI - International Food Policy Research Institute)