10 maggio 2011 - Resta ancora alto il livello di tensione nel Cairo, dove lo scorso sabato durante gli incidenti scoppiati tra cristiani e musulmani è morto un allievo del Centro Don Bosco, scuola che il VIS sostiene con un progetto di sviluppo della formazione orientato sia agli studenti sia ai docenti e istruttori locali.
Riportiamo la lettera scritta da don Renzo Leonarduzzi, direttore del Centro del Cairo Rod El Farag.
Il giorno sabato 7 maggio, lo studente Abanob Karam, allievo della classe 3 dell'Istituto Tecnico Industriale, è ritornato regolarmente a casa dopo la scuola. La sua abitazione si trova a Munira - Imbaba
Quando è arrivato a casa ha sentito che c'erano problemi alla chiesa vicina, s. Mina, ha depositato la cartella ed e' uscito nuovamente di casa per andare a difendere la sua chiesa, anche se sua mamma aveva insistito che non uscisse, perche' troppo pericoloso.
Con lui c'erano anche alcuni compagni di scuola che abitano nella stessa zona.
Chi stava assalendo la chiesa era un gruppo di salafiti che, come pretesto, accusavano i cristiani di nascondere in chiesa una ragazza cristiana che si sarebbe fatta musulmana...
Verso le sette e mezzo, mentre Abanob si trovava fuori della chiesa, un colpo di arma da fuoco gli ha trapassato la testa. E' stato inutilmente soccorso dai compagni.
Questa mattina dopo l'alza bandiera don Renzo ha detto alcune parole per cercare di calmare la tensione che c'era tra i ragazzi. Da ricordare che la scuola è formata da allievi cristiani e musulmani. Il clima della scuola è sempre stato sereno, senza particolari tensioni, anzi tra i ragazzi ci sono state sempre vere e profonde amicizie tra gli uni e gli altri.
Durante la mattinata, visto che sia la classe 3 IPI E come pure altre classi erano molto scosse, si è pensato bene di radunare tutti i ragazzi della scuola nella sala multimediale per far esprimere i loro sentimenti, sentirli e far parlare anche i professori, compresi quelli di arabo e di corano.
Tutti hanno insistito che entrambe le religioni respingono la violenza, sono basate sull'amore, sulla misericordia e sulla pace e che chi si permette gesti simili non può dirsi né cristiano né musulmano.
Hanno parlato diversi professori e molti ragazzi, portando le loro testimonianze su Abanob, sulla rivoluzione in atto qui in Egitto, sulle speranze e le attese, su pericolo che la rivoluzione venga strumentalizzata per altri fini.
Ci sono stati diversi interventi di ragazzi musulmani che hanno tenuto a sottolineare la loro amicizia con compagni cristiani, amicizia nata tra i cortili ed i banchi di scuola. Amicizie vere e profonde.
Giovedì prossimo alla prima ora celebreremo una Messa in suffragio di Abanob, alla presenza di tutti gli allievi.
La situazione qui a scuola sembra sotto controllo, ma la situazione del Paese è molto tesa, ed è molto difficile fare previsioni "ottimistiche".
I cristiani sono continuamente sotto pressione e malvessati e purtroppo, come già accadeva prima, gli organi competenti arrivano sempre quando i giochi sono fatti, arrestando volentieri i cristiani ed obbligandoli a "rappacificarsi" con l'altra parte, impedendo così ogni richiesta di indennizzo e di giustizia.
Abanob Karam, non aveva ancora compiuto 19 anni, l'anno scorso aveva perso il padre ed ora stava lavorando per aiutare la mamma ed i fratelli. Frequentava il terzo anno dell'Istituto Professionale per l'Industria e l'Artigianato e si stava preparando per dare gli esami di Qualifica professionale come Operatore elettrico.
Il VIS è presente nel Cairo dal 2009 con l'obiettivo di accrescere la qualità della didattica del Centro Don Bosco, istituto tecnico-industriale italiano e centro di formazione professionale, attraverso la formazione dei formatori, l'introduzione di nuove tecnologie di formazione a distanza e il rafforzamento del collegamento dell'offerta formativa con i bisogni del mercato del lavoro, così da agevolare l'occupazione degli studenti a conclusione del percorso formativo.
Il VIS è vicino al dolore della famiglia del giovane e all'Istituto Tecnico Salesiano per il dramma che li ha colpiti.