24 novembre 2010 - Vita ed emergenza in Haiti continuano ad essere sinonimi. Il terremoto del 12 gennaio è stata solo la premessa e la promessa del perpetuarsi di una condizione di insicurezza e instabilità. Cicloni, uragani, violenza, povertà, paure, il colera. Secondo dati ufficiali dal 22 ottobre ad oggi circa 52715 persone sono state contagiate, 20.867 ospedalizzate e 1250 decedute a causa dell'epidemia. Stime meno ufficiali ma attendibili invitano a moltiplicare questi dati per cinque.
Il Comune di Cite Soleil, dove il VIS è impegnato in attività di sostegno a più di mille sfollati, è stato uno tra i primi della capitale ad essere colpito. La miseria presente in questo quartiere, l'assenza di servizi e l'assoluta mancanza di igiene facilitano la diffusione della malattia e minacciano l'aumento continuo di morti.
Il VIS ha attivato un sistema di protezione e prevenzione nei due campi sfollati attraverso misure di disinfezione, l'installazione di alcuni punti d'acqua clorata, una serrata attività di sensibilizzazione alla malattia e di prevenzione. In risposta alla malattia è stato attivato un servizio di trasporto malati nei centri di trattamento più vicini, poiché un'ora di attesa si è rivelata più volte lancinante.
Le stesse misure di prevenzione e protezione sono state attivate anche nel centro di Thorland a Carrefour, quotidianamente frequentato da centinaia di giovani (prima sfollati), presso le case delle oltre 2000 famiglie che hanno aderito al programma di ricollocamento volontario del VIS e presso le scuole del quartiere, molte delle quali frequentate dai bambini sostenuti a livello scolastico dal VIS.
L'instabilità politica, ancora più allarmante in questo periodo a ridosso delle elezioni, le pessime condizioni igieniche, l'ignoranza sulla malattia, l'estrema miseria e l'alto tasso di criminalità preannunciano che l'emergenza colera durerà anni. Il Paese è fermo e non è in grado di rispondere. Il VIS, nel suo piccolo sta cercando di offrire il suo contributo. Non fermiamoci.