24 maggio 2013 – Ancora spari su Goma, in Repubblica Democratica del Congo. Dal Centro Don Bosco, il direttore don Piero Gavioli condivide con noi gli ultimi tristi aggiornamenti.
“Cari fratelli e sorelle,
ieri mattina abbiamo sentito parecchie cannonate, a distanza ravvicinata. Hanno continuato fino alle 11, e anche all'inizio del pomeriggio. Poi silenzio, difficile da interpretare. Si dice che l’M23 vuole impedire la venuta di Ban Ki-moon a Goma, o mostrare la sua forza.
Una bomba è caduta nel quartiere Ndosho, vicino alla parrocchia San Francesco Saverio. Una bambina di 4 anni è stata uccisa, un bambino ha perso una gamba, un altro un braccio, altri sono stati feriti. Nel pomeriggio un'altra bomba è esplosa vicino allo stesso quartiere, ha ucciso un ragazzo di 11 anni e fatto parecchi feriti. Ci sono state parecchie decine di morti e di feriti tra i combattenti.
Le bombe cadute vicino ai campi profughi di Mugunga hanno provocato la fuga di molti abitanti del campo: secondo l'AFP che cita un responsabile del HCR, 30.000 sfollati sarebbero scappati dai campi. Pensiamo che parecchi di essi verranno a cercare rifugio al Centro Don Bosco.
Ieri mattina, quando il rumore delle bombe è diventato insistente, abbiamo rinviato i bambini a casa. Con altri preti, nella grande sala che serve da cappella, stavamo confessando gli alunni, in preparazione alla festa di Maria Ausiliatrice. Quando una bomba ha fatto un po’ troppo rumore, un ragazzo ha intonato un canto in swahili che tutti hanno ripreso con fervore: " Bwana Yesu Mchunga wangu…, Signore Gesù, mio pastore, custodiscimi vicino a te, togli della mia vita la paura, fammi arrivare nella città celeste della gioia e della pace… " Vorremmo costruire quaggiù il paese della gioia e della pace per tutti i bambini di Goma.
In Spagna c’è stato (e c'è ancora, credo) un movimento di indignati (indignados), giovani che protestano contro l'esclusione sociale. In Francia, c’è il movimento dei “veilleurs” (sentinelle), persone che passano qualche ora o tutta la notte in silenzio, in piazza, per manifestare il loro disaccordo contro il matrimonio omosessuale e altre slittate della loro società. Sogno che ci siano dappertutto nel mondo degli indignati che si alzano per protestare contro l'esclusione del diritto alla vita ed alla pace di milioni di bambini (e di adulti). “Un bambino che muore ingiustamente, è troppo.” Non possiamo abituarci a queste cose, possiamo almeno vegliare, nella preghiera e nella manifestazione visibile del nostro disaccordo.
Oggi, l’M23 ha decretato una tregua per permettere la visita a Goma di Ban Ki-moon. Non sappiamo che risultati avrà questo passaggio rapido (3 ore previste). Secondo le agenzie di stampa, Ban Ki-moon avrebbe detto a Kinshasa "La comunità internazionale sarà sempre accanto alla Repubblica democratica del Congo (RDC) ed impegnata a lavorare per i paesi toccati dalla crisi… Le popolazioni dell'est hanno sofferto troppo, l'ora è venuta di portar loro sicurezza, diritti dell'uomo, salute, educazione, impiego e sbocchi...” Ban Ki-Moon ha sottolineato che la donna e la ragazza devono essere al riparo dalle minacce di violenza sessuale. Sono solo parole, o un programma che tutti si impegnano a realizzare?
Oggi, di fatto, la tregua è stata rispettata, abbiamo potuto svolgere le attività normali, rispettare l’orario scolastico completo, giocare le finali di un torneo organizzato in occasione della festa di Maria Ausiliatrice. Anche in città la maggior parte delle scuole, banche, negozi sono stati aperti.
Il Centro Don Bosco è stato scelto dalla coordinazione degli aiuti umanitari come uno dei due siti in cui convogliare provvisoriamente i profughi. Si pensa a 10-15 giorni: se la guerra si risolve, gli sfollati potranno tornare a casa loro; se invece le difficoltà continuano, saranno convogliati verso un campo profughi più grande e meglio organizzato. Abbiamo deciso di non accogliere i profughi all’interno del Centro – dato che la scuola deve continuare ancora per quache settimana. Abbiamo messo a loro disposizione i tre grandi campi di calcio che circondano il Centro. Le varie ONG umanitarie pianteranno tende, scaveranno latrine, porteranno cibo e acqua. Monica, una volontaria del VIS, assicurerà il coordinamento delle varie iniziative di aiuto.
Le cose serie incominceranno domani. Domani, non sappiamo cosa capiterà. Sappiamo che il Buon Pastore ci custodirà nella sua misericordia”.
don Piero Gavioli