Attacchi, violenze e imboscate continuano ad essere all'ordine del giorno nei villaggi e sulle strade nel Kivu, Regione della Repubblica Democratica del Congo. Ma chi sono gli autori delle azioni che vengono ancora perpetrate a danno esclusivo degli abitanti dei villaggi, dopo mesi dalla fine ufficiale della guerra e la cattura del capo dei ribelli Nkunda?
Le popolazioni accusano le FDLR - Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda e i Maï Maï milizie locali, ma anche i militari FARDC - Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo. Il clima di instabilità e paura non accenna a diminuire e ancora oggi sono migliaia le famiglie di sfollati che abbandonano le loro case per non essere vittima delle razzie e delle violenze dei gruppi armati.
A peggiorare la situazione anche gli scontri tra i militari di origine delle FARDC e gli ex militari del CNDP - Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo che tentano di mettersi al comando delle fila delle FARDC, all'interno delle quali sono stati integrati dopo l'arresto del loro leader Nkunda.
Nell'ultimo Rapporto sulla situazione nella Repubblica Democratica del Congo il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha manifestato la sua preoccupazione per la situazione di insicurezza nella Regione del Kivu, soprattutto relativamente alle forze contrarie che animano l'esercito delle FARDC: "È indispensabile che il governo congolese accordi al comportamento dei membri delle FARDC tutta l'attenzione necessaria, affinché i militari siano puntualmente pagati, sia dispensata una formazione adeguata, siano costruite nuove caserme e la giustizia militare sia rinforzata". La Monuc (Missione delle Nazioni Unite in Congo) seguirà da vicino il comportamento delle unità delle FARDC e cesserà ogni sostegno alle operazioni di quelle che non rispetteranno i diritti umani e che violeranno il diritto internazionale umanitario".
E mentre la situazione rimane stabile nella sua instabilità il Centro Don Bosco Ngangi continua instancabile nelle sue attività di accoglienza e assistenza degli sfollati, degli orfani abbandonati e dei bambini ex soldato.