Cambiamenti climatici: una sfida per lo sviluppo del continente

25 giugno 2010 - "L'Africa deve fronteggiare sfide rese ancora più complesse dal degrado ambientale. E' necessaria un'azione da parte dei dirigenti politici che devono lavorare con i migliori esperti e partner locali come internazionali. La questione è delle più urgenti perché l'ambiente è alla base delle nostre esistenze, del nostro sviluppo": lo afferma Tumusiime Rhoda Peace, commissario dell'Unione Africana (UA) per l'economia rurale e l'agricoltura nel suo intervento alla XIII sessione della Conferenza ministeriale africana sull'ambiente (Cmae) in corso in Mali, a Bamako.

Il tema scelto evidenzia la necessità di "sottolineare l'interdipendenza tra il cambiamento climatico, la biodiversità e la desertificazione per uno sviluppo sostenibile". Secondo il commissario UA, a sei mesi della conferenza di Copenhagen e in vista del prossimo appuntamento negoziale di Cancùn (Messico), a Novembre, "nel processo negoziale urge dare visibilità alla questione dell'agricoltura, della lotta alla povertà e delle prospettive di sviluppo invece di concentrare tutto sulla riduzione delle emissioni di carbonio" afferma dalla capitale maliana.

Pur riaffermando la volontà dell'Africa di orientarsi verso tecnologie pulite, un'economia verde, "il continente non può rinunciare al suo sviluppo sull'altare della riduzione delle emissioni" di cui finora è d'altra parte poco responsabile. Rhoda Peace evidenzia come la questione del riscaldamento globale e le sue conseguenze ambientali siano al centro dell'esistenza umana: "Migrazioni, povertà, fame, pace e sicurezza, insicurezza alimentare sono tutte questioni legate ai cambiamenti climatici che hanno effetti diretti sul nostro sviluppo socio-economico" prosegue la dirigente africana. Sollecitando nuove iniziative e nuovi strumenti collettivi avverte che "in caso di risposta inadeguata, l'ambiente si deteriorerà a tal punto che lo sviluppo sarà irreversibilmente minacciato così come la nostra crociata contro la povertà".

Oltre ai ministri africani dell'Ambiente, partecipano ai lavori di Bamako esperti dei singoli paesi, rappresentanti dell'Unione Africana, della Comunità economica dei paesi dell'Africa occidentale (Cedeao) e della Commissione economica delle Nazioni Unite per l'Africa (Uneca) con l'obiettivo di raggiungere una posizione africana comune da portare avanti nelle trattative internazionali sul clima.