18 gennaio 2010 - Da Haiti la toccante testimonianza di Alessandra D’Asaro, dell’Ufficio Comunicazione VIS

Sono circa 300 i ragazzi di strada che si trovavano nella struttura scolastica dei Salesiani, nel quartiere Salina di Port au Prince, ad Haiti. Il numero è incerto, perché, si sa, sulla strada il gruppo non si conta, e il terremoto non fa eccezione. Qui, i ragazzi avevano un riparo e la possibilità di sperare in un futuro migliore: allontanarsi dalle insidie della strada, studiare e imparare un mestiere, come si fa nelle scuole salesiane sparse per tutto il mondo.

Oggi, nella Obras de Pequenas Escuelas de P. Bohenen de Los Salesianos de Don Bosco, il silenzio è spettrale. I ragazzi e l'anziano sacerdote che con loro ha perso la vita, sono stati seppelliti in una fossa comune vicino alla scuola. Tra le rovine, pagine di quaderni alzate lievemente da un vento caldo. Sedie abbandonate, matite colorate, pagelle ancora pregne dell'amarezza o della gioia per i risultati conseguiti, lasciate a terra dal terremoto tra la polvere e i sassi. Macerie su macerie, bambini e ragazzi che approfittando dei muri di recinzione crollati, entrano, come sciacalli, e prendono di tutto, la riserva dei bicchieri di carta, sedie rotte, stivali abbandonati e quei fogli di carta animati solo dal vento.

Alla scuola una poderosa squadra della protezione civile, giunta da tutta l'America Latina, sta lavorando giorno e notte sperando di trovare ancora qualcuno sotto le macerie, vivo o morto. Mani alzate per accaparrarsi la razione di acqua distribuita dai camion in giro per una città trafficata e rumorosa dal fragore degli aerei e degli elicotteri, tendopoli improvvisate sui lati delle strade, mentre, nonostante tutto questo, i padri salesiani continuano il loro lavoro, non dimenticando mai il gioco e la capacità di sorridere anche di fronte a tragedie come queste.

La luce del sole arancione che taglia le nuvole scure pronte per il prossimo temporale, l'atmosfera tropicale che induce al sogno e all'allegria, stridono e nello stesso tempo accompagnano i giorni così difficili per una Haiti tanto ferita.