12 marzo 2010 - Il VIS ha incontrato l'Alto Commissario dell'ONU per i Diritti Umani

All'incontro, organizzato dal Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani - la rete di 81 Organizzazioni italiane - con l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navi Pillay, il presidente del VIS, Massimo Zortea, ha ribadito la necessità per l'Italia di un maggior impegno per l'educazione e la formazione ai e per diritti umani ed alla cooperazione internazionale con un approccio basato sui diritti umani. Carola Carazzone, responsabile settore Diritti Umani del VIS e portavoce del Comitato ha sottolineato l'urgenza della costituzione di un'Istituzione Nazionale Indipendente per i diritti umani in Italia, in linea ai Principi di Parigi in merito a indipendenza, autorevolezza ed effettività.

All'incontro, a cui hanno aderito oltre 60 importanti organizzazioni nazionali ed internazionali, reti di ONG ed esponenti in rappresentanza della società civile, il presidente dei VIS ha messo in evidenza come l'Italia sia il Paese delle incongruenze. In In alcune città italiane vi sono Centri universitari di eccellenza, per l'insegnamento e la formazione sui diritti umani, e sul territorio esistono delle esperienze innovative organizzate da scuole e associazioni. Tuttavia, sono piccole isole a fronte di gravi disparità a livello territoriale. È necessario attuare quanto prima un piano nazionale integrato affinché l'educazione ai e per i diritti umani sia inserita, trasversalmente, nei programmi scolastici e nella formazione degli insegnanti.

L'Indice dell'Impegno per lo Sviluppo (CDI) redatto ogni anno dal Center for Global Development di Washington, che classifica i 22 Paesi più ricchi del mondo in base all'impegno nell'attuazione di politiche a beneficio delle nazioni povere, ha classificato quest'anno impegno dell'Italia nel 2009 al 18° posto. Questo è solo il termometro del valore qualitativo e quantitativo dell'impegno rispetto alla cooperazione internazionale del nostro Paese, che da molti anni attende una valida riforma del suo sistema di intervento ed impegno, coerente con le esperienze di altri Paesi occidentali.