Si è tenuta pochi giorni fa, presso l'Università di Betlemme, la Cerimonia per il conferimento dei diplomi a 24 studenti della terza edizione del Master in Cooperazione Internazionale e allo Sviluppo (MICAD).
Questo è stato un evento molto importante per gli studenti e le loro famiglie, che hanno visto concretizzarsi i loro numerosi sforzi fatti durante il Master, soprattutto se si tiene conto che si tratta di studenti che già lavorano e che hanno delle famiglie.
Il MICAD nasce nel 2005, frutto della cooperazione tra Università di Pavia ed il VIS con la partecipazione di Coopi e Cisp, e rappresenta fin dall'inizio il fiore all'occhiello della Bethlehem University, essendo il primo Programma post-laurea dell'università. Fin dall'inizio, l'obiettivo centrale del Programma e' quello di offrire in loco un'educazione di alto livello a dei giovani palestinesi che, per diverse motivazioni legate al lavoro e alle loro famiglie, non possono recarsi all'estero per specializzarsi. Questa problematica si e' concretizzata nella creazione di un Programma biennale, part-time, in lingua inglese e con delle lezioni tenute da una comunità scientifica costituta da docenti locali e internazionali. La presenza di docenti provenienti da diversi paesi europei, come anche la stessa partecipazione al Programma di studenti internazionali, rappresenta una combinazione unica, permettendo di trattare i vari argomenti da diverse angolazioni, rappresentando pertanto sia una sfida a dei saperi già acquisiti come anche un occasione di crescita e apprendimento reciproco. Anche la presenza nell'amministrazione del Master di personale VIS che lavorano in sinergia con i professionisti locali, conferma il carattere di reciproco apprendimento e scambio del Programma.
Credere e supportare il MICAD significa investire in capitale umano, significa credere nei giovani palestinesi e nella loro capacità di essere promotori e portatori di cambiamenti importanti nella società. Significa creare prospettive concrete per i giovani direttamente in loco, evitando la fuga di cervelli, ma al contrario cercando di valorizzare le loro idee e competenze, mettendole a servizio della comunità. Significa farsi carico dell'educazione della classe medio alta e alta di un paese, di coloro che occupano o andranno ad occupare delle posizioni chiave nella società. Infine, significa praticare una cooperazione sostenibile che abbia un impatto reale e positivo nel tessuto sociale in cui opera.
Vorremmo concludere con un augurio: che l'educazione possa essere uno strumento di unione e armonia tra i giovani e che possa promuovere coesistenza tra i popoli e promuovere mutua conoscenza e rispetto.
Lucia Maria Russo
Volontaria VIS - Palestina