6 dicembre 2013 - Oggi è una giornata di lutto nel mondo: Nelson Mandela, eroe della lotta all'Apartheid si è spento nella sua amata Sud Africa all'età di 95 anni. Il VIS si unisce ai messaggi di cordoglio di tutto il mondo. Vogliamo ricordarlo pensando al futuro del Sud Africa attraverso le parole di Gunter Simmermacher, direttore di Southern Cross, principale settimanale cattolico del Sud Africa, intervistato da Misna.
“Nessuno ha dimenticato quel caffè con la vedova di Verwoerd” dice alla MISNA Gunter Simmermacher e comincia da qui per raccontare il dolore per la scomparsa di Nelson Mandela, “un santo laico” capace di “perdonare e riconciliare”.
Direttore, come si sentono oggi i sudafricani?
“Dire addio a uno come Madiba è difficile. Anche se tutti sapevano che era molto anziano, che era malato e che non poteva vivere per sempre. Oggi siamo tristi. Per molti anni i mezzi di informazione internazionali hanno scritto che alla morte di Mandela il Sudafrica sarebbe esploso, che ci sarebbe stata una rivoluzione sociale. Non è vero. Oggi il Sudafrica è più unito che mai. È unito dal riconoscimento collettivo dell’immenso ruolo che Madiba ebbe nel guidare una transizione pacifica dal regime di apartheid alla democrazia. Tutti ricordano i suoi sacrifici nella lotta contro l’ingiustizia, documentati dai 27 anni trascorsi in carcere. O le parole pronunciate al processo prima di essere condannato: ‘Sono pronto a morire per un Sudafrica non razzista’. Un altro momento decisivo fu la visita a Orania, la città per soli bianchi fondata dal genero di Hendrik Verwoerd, il primo ministro architetto dell’apartheid. Era il 1995 e Mandela era stato eletto presidente da meno di un anno. Disse di essere stato accolto come lo sarebbe stato a Soweto, il ghetto nero per eccellenza. Quella visita, e quel caffè bevuto con la vedova novantaquattrenne di Verwoerd, ebbe un grande valore simbolico; fece capire ai bianchi che da un governo democratico non avevano nulla da temere”.
Diciannove anni dopo la fine dell’apartheid il Sudafrica è come lo voleva Mandela?
“Di sicuro è un paese meno unito di quanto non fosse durante la sua presidenza. È finita la luna di miele per la democrazia e sono tornati a farsi sentire i problemi. Penso alla diffusione dell’aids o alla corruzione, un fenomeno contro il quale Mandela si impegnò a fondo”.
Secondo il South African Institute of Race Relations, il reddito pro capite dei neri è ancora sei volte inferiore rispetto a quello dei bianchi…
“Le disuguaglianze sociali restano un nodo irrisolto, è vero. I governi dell’African National Congress che si sono succeduti dopo la presidenza di Mandela non hanno fatto tutto quello che avrebbero potuto. Anche per Madiba, però, non sarebbe stato facile. E il divario tra i ricchi e i poveri non è un problema solo sudafricano ma globale. Basta guardare agli Stati Uniti”.
Oggi non è in lutto solo il Sudafrica ma tutto il mondo. Chi era Mandela?
“In Sudafrica e nel mondo Madiba era un santo laico. Che aveva pregi e difetti come tutti, ma era coraggioso, sapeva perdonare e riconciliare, conosceva l’amore e la speranza”. [VG]
FONTE: www.misna.org