8 maggio 2012 - In questi giorni (dal 7 all’11 maggio 2012) presso la Sala XXVI di Palais des Nations a Ginevra, sta avendo luogo la XIII° Sessione del Gruppo di Lavoro Intergovernativo sul Diritto allo Sviluppo.
Ieri, l’Alto Commissario per i diritti umani, Navi Pillay, nel suo discorso di apertura ai lavori ha colto l’occasione per affermare ancora una volta che: "…Il diritto allo sviluppo è parte integrante del mandato delle Nazioni Unite nel promuovere e proteggere i diritti umani di tutti”, ed ha evidenziato i prossimi tre eventi importanti nella politica di sviluppo di ciascun Paese membro delle Nazioni Unite:
- i preparativi per la Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile che si terrà a Rio de Janeiro nel giugno 2012, denominato Rio + 20;
- l’analisi globale delle politiche quadriennali (QCPR);
- Il futuro dell’agenda allo sviluppo post 2015.
Il VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo - è da anni impegnato sul fronte della promozione e della protezione del Diritto allo Sviluppo in più di 40 paesi nel mondo in cui opera quotidianamente.
Oggi abbiamo raccolto una breve testimonianza del Presidente del VIS, Carola Carazzone, a Ginevra per seguire la XIII° Sessione dei Gruppi di lavoro sul Diritto allo Sviluppo in preparazione del prossimo appuntamento mondiale di Rio + 20: “ Da parte mia sono felice di essere qui, unica rappresentante di una ONG italiana, su un tema che possiamo dire non fa molta notizia tra i paesi europei, sempre più chiusi per quanto riguarda i diritti umani in un approccio da due pesi e due misure. Ginevra è il cuore pulsante di un sistema che oggi, anche grazie alle nuove tecnologie, offre alle ONG strumenti nemmeno immaginabili anche solo qualche anno fa.
Attualmente ci sono in corso le sessioni del Comitato sui diritti economici, sociali e culturali e del Comitato contro la tortura, oltre al Gruppo di lavoro sul diritto allo sviluppo e al Gruppo di lavoro su human rights and transnational corporations.
Pensare che questi meccanismi oggi inchiodano gli stati a uno scrutinio pubblico (per la prima volta da marzo per alcuni organi basati sui trattati anche webcasted) e aperto sulle loro performances mi sprona a pensare che le ONG potrebbero fare molto di più per partecipare e diffondere questi strumenti che restano ancora troppo poco conosciuti e minimamente utilizzati ”.