Bombe “cluster” addio!

Dopo un anno e cinque mesi finalmente è stata approvata a Dublino con un grande applauso la Convenzione per la messa al bando delle bombe cluster. E' una vittoria straordinaria raggiunta in tempi brevissimi.

Alcuni paesi chiedevano un periodo di transizione, ma sono stati bloccati proprio da quelli piu' colpiti dalla distruttivita' di queste armi. Il maggior numero di vittime si registra in Afghanistan, Albania, Arabia Saudita, Bosnia e Herzegovina, Cambogia, Ciad, Cecenia, Croazia, Eritrea, Etiopia, Iraq, Israele, Kosovo, Kuwait, Laos, Libano, Montenegro, Nagorno-Karabakh (Azerbaijan), Serbia, Sierra Leone, Sudan, Siria, Tajikistan, Vietnam e Sahara Occidentale (Marocco).

Le bombe a grappolo, progettate in origine dai tedeschi e usate per la prima volta durante i blitz contro l'Inghilterra nella Seconda guerra mondiale, ancora mettono a rischio 400 milioni di persone disseminate in 25 paesi, specialmente bambini. Queste sono le ultime stime raccolte dall'ong belga 'Handicap International'. Secondo l'associazione belga infatti il 98% delle vittime delle bombe a grappolo sono civili. Nel Libano del Sud, ad esempio, quasi il 90% della terra usata per la pastorizia e l'agricoltura e' oggi contaminata dalle bombe a grappolo inesplose lanciate dalle forze armate israeliane durante la guerra dell'estate 2006.

Le vittime accertate, in tempo di pace, sono 13,306, "sebbene - sottolinea il rapporto HI - il 96% degli incidenti abbia luogo in regioni del mondo dove la collezione dei dati e' incerta, circostanza che fa certamente aumentare il numero delle vittime".