Beatificato il papa dei giovani, Karol Wojtyla. Più di un milione di fedeli riuniti

2 maggio 2011 - Ieri tra la commozione, la preghiera e la gioia di più di un milione di fedeli in Piazza San Pietro provenienti da varie parti del globo, Karol Wojtyla, il nostro papa Giovanni Paolo II, è stato proclamato Beato dal Pontefice Benedetto XVI, suo successore da 6 anni.

Come in tutte le giornate mondiali della gioventù, come negli ultimi giorni della sua vita terrena, anche questa volta, i giovani hanno voluto esserci, e in più di un milione! Esserci per assistere alla beatificazione di quel Papa, che è stato sempre vicino ai giovani, aveva una mente giovane e le sue parole rivolte ai ragazzi facevano parte della linea programmatica del suo pontificato. In lui i giovani hanno visto l'amore di un padre e non l'albagia di un Papa censore.

Il primo papa straniero nella storia del clero, è stato definito ieri durante l'omelia dal Pontefice un "gigante" che ha dedicato la sua vita a una "causa": "Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!".

"La sua profonda umiltà, radicata nell'intima unione con Cristo, gli ha permesso di continuare a guidare la Chiesa e a dare al mondo un messaggio ancora più eloquente proprio nel tempo in cui le forze fisiche gli venivano meno - ha concluso -. Così egli ha realizzato in modo straordinario la vocazione di ogni sacerdote e Vescovo: diventare un tutt'uno con quel Gesù che quotidianamente riceve e offre nell'Eucaristia".

Ieri, subito dopo la cerimonia, è iniziata anche la processione dei fedeli per la venerazione del corpo del nuovo beato esposto nella basilica di San Pietro per tutto il giorno di ieri e quello di oggi.
Nella messa di ringraziamento che chiude oggi i tre giorni dei riti della beatificazione di Papa Wojtyla, davanti a più di 250mila fedeli presenti in Piazza San Pietro il Cardinale Salesiano Tarcisio Bertone ha definito il nuovo beato un "autentico difensore della dignità di ogni essere umano e non mero combattente per ideologie politico-sociali. Per Lui ogni donna, ogni uomo, era una figlia, un figlio di Dio, indipendentemente dalla razza, dal colore della pelle, dalla provenienza geografica e culturale, e persino dal credo religioso. Il suo rapporto con ogni persona è sintetizzato in quella stupenda frase che scrisse: 'L'altro mi appartiene' ".