14 marzo 2011 - Chi si oppone al regime di Gheddafi viene oggi represso anche con le armi italiane. Ha denunciarlo è un comunicato congiunto della Rete Italiana per il Disarmo e della Tavola della Pace nella quale si afferma che nel 2009 il nostro Governo ha autorizzato l'invio a Gheddafi di 11mila tra pistole e fucili semiautomatici della ditta Beretta decidendo poi di non segnalarlo all'Unione europea.
Tutto questo successo mentre il ministro degli Esteri italiano è incaricato di far eseguire la Posizione Comune dell'Unione europea sulle esportazioni di armamenti. Posizione che chiede espressamente ai governi prima di ogni esportazione di armi di accertare il "rispetto dei diritti umani nel paese di destinazione finale", il "rispetto del diritto internazionale umanitario da parte di detto paese" e di rifiutare le esportazione di armi "qualora esista un rischio evidente che la tecnologia o le attrezzature militari da esportare possano essere utilizzate a fini di repressione interna.
Nel comunicato si chiede quindi al Governo italiano di fare immediata chiarezza sull'intera vicenda delle "armi leggere" italiane esportate via Malta alla Libia, informare tutti i cittadini a riguardo di chi sia oggi in effettivo possesso delle 11mila armi semiautomatiche italiane finite in Libia, che utilizzo ne venga fatto in questi giorni in cui - come riportano accreditate fonti di stampa internazionali - è in atto una violenta repressione della popolazione da parte del regime del colonnello Gheddafi.
Per consultare la versione integrale del comunicato congiunto della Rete Italiana per il Disarmo e la Tavola della Pace, potete cliccare su questo link http://www.disarmo.org/rete/a/33526.html