27 aprile 2010 - DIAMO UN’ANIMA ALLA RETE

Si è concluso sabato scorso il convegno promosso dalla CEI "Testimoni digitali. Volti e linguaggi nell'era crossmediale", che ha visto la partecipazione di tutto il mondo cattolico.

Le voci del mondo cattolico nel campo dei media non mancano: dal quotidiano Avvenire, all'emittente televisiva TV2000, al circuito radiofonico inBlu e l'agenzia di stampa SIR, accanto ai periodici cattolici, alla rete capillare dei settimanali diocesani e soprattutto, i numerosi siti internet di ispirazione cattolica.

Poniamo infatti grande attenzione critica all'universo digitale, senza demonizzarlo, anzi piuttosto riconoscendogli un enorme valore ma tentando di dargli un volto umano, abitando la rete in senso attivo, sforzo che si riconosce anche in quella parola chiave - "testimoni" - che ha caratterizzato il convegno, perché non si tratta di decidere se vivere o meno nella realtà digitale, perché è già la nostra realtà, ma di come viverci. Non si tratta di giustapporre i due mondi, reale e digitale, ma di farli integrare a vicenda, come sanno fare benissimo i giovani che passano dalla vita on line a quella off line con grande disinvoltura.

Siamo invitati a comunicare nella rete riconoscendo i volti, e adeguando il linguaggio: la rete è di per sé cultura giovanile ed è i giovani che il mondo cattolico intende raggiungere, poco o affatto raggiungibili attraverso altri media; non c'è quindi solo lo sforzo del continuo adeguamento del linguaggio a quello delle nuove generazioni, ma anche e soprattutto a quello della rete.

"La rete manifesta, dunque, una vocazione aperta, tendenzialmente egualitaria e pluralista, ma nel contempo segna un nuovo fossato: si parla, infatti, di digital divide. Esso separa gli inclusi dagli esclusi e va ad aggiungersi agli altri divari, che già allontanano le nazioni tra loro e anche al loro interno" ha dichiarato il Pontefice nel suo discorso conclusivo.

I media digitali danno l'opportunità di raggiungere milioni di persone, impensabili con i media tradizionali, e la Chiesa non può e non deve perdere questa opportunità, che ancor prima che evangelizzazione, è umanizzazione, educazione e quindi libertà.
Tutto ciò è perfettamente in linea con quanto il mondo salesiano e il VIS, che è il braccio sociale dei salesiani nei paesi in via di sviluppo, che si occupa da anni anche di nuove tecnologie per la formazione e lo sviluppo sta facendo, laddove la frattura non è solo digitale ma dove paradossalmente i media digitali, se opportunamente contestualizzati, possono contribuire, sfruttando le proprie potenzialità, a colmare tale frattura.

Questo convegno è la prova, la conferma e l'incentivo ad andare avanti sulla strada indicata e "a prendere il largo" - riprendendo le parole del Pontefice - "nel mare digitale".