20 aprile, incontro serale al VIS: "Culture e diritti civili nella Società dell'Informazione"

Lunedì 20 aprile alle ore 20.00, presso la sede del VIS in Via Appia Antica 126, si terrà un incontro su un tema di grandissima attualità, ossia quello della correlazione tra le culture - in un'ottica multiculturale e interculturale - e i diritti in una società in cui Internet ha ampliato la nostra libertà ma ha anche creato nuove forme di esclusione.

A presentare l'argomento sarà Marco Fioretti (http://mfioretti.com), scrittore, attivista, divulgatore e formatore professionale. In particolare, Fioretti si occupa di standard digitali aperti, software libero, tecnologie digitali e delle relazioni che intercorrono tra tutti questi aspetti e tra essi e l'educazione, l'etica, i diritti civili e i problemi ambientali.

Marco, perché hai avvertito la necessità di occuparti di questi argomenti?
M. Fioretti: Perché è un campo che diventa ogni anno più importante ma è, secondo me, ancora largamente ignorato, sia dai tecnici sia dalla gente comune.

Esiste una sorta di "consumo critico" dell'informatica?
M. Fioretti: Come fenomeno di costume non ancora, però dovrebbe esistere. Libertà di parola, medicina avanzata, istruzione moderna e servizi pubblici davvero efficienti sono tutte cose ormai impossibili senza l'informatica: se le vogliamo davvero, dobbiamo almeno conoscere pochi semplici concetti, se non altro per riuscire a capire se quello che ci vendono o le leggi che toccano informatica e Internet sono nel nostro interesse o no!

L'uso di questo o quel programma può avere delle conseguenze in campo etico / culturale o può addirittura influenzare lo sviluppo dei popoli?
M. Fioretti: Nessuna cultura può sopravvivere se non ha i mezzi per comunicare, educare, lavorare e conservare la sua storia nella sua lingua. Oggi l'informatica è essenziale per comunicare, nonché per conservare e distribuire documenti di qualsiasi natura. Basta pensare a questo per capire che permettere l'esistenza solo di software con interfacce in pochissime lingue o funzioni necessarie solo in alcune nazioni danneggia gravemente l'identità e lo sviluppo di tutte le altre, anche se in maniera poco visibile.

Perché molti programmi non sono disponibili nelle lingue locali?
M. Fioretti: A volte solo i creatori iniziali di un software hanno le informazioni tecniche e i permessi legali indispensabili per farne copie in altre lingue, ma non lo fanno perché chi ne avrebbe bisogno non può pagare abbastanza.
Con altri programmi quegli ostacoli non esistono, ma i loro autori non hanno tempo o competenza per creare nuove versioni. Nel secondo caso chiunque può finanziare altri programmatori per finire il lavoro, nel primo no, per ragioni soprattutto legali.

Per noi che ci occupiamo di cooperazione internazionale, cosa s'intende per "ruolo e uso corretto delle tecnologie digitali per lo sviluppo"?
M. Fioretti: Significa usare i computer sul campo, e insegnare a usarli, nel modo che aiuta davvero le persone a cui si va a prestare servizio: quello che riduce al massimo le loro spese (anche future), crea sul posto più offerte di lavoro qualificato e rispetta al massimo la cultura locale. Insegnare in un paese in via di sviluppo la stessa "informatica" che purtroppo viene spesso insegnata in Italia è come insegnargli a coltivare solo sementi OGM che oltre a distruggere quelle locali devono essere riacquistate ogni anno all'estero.

In sintesi, diritti civili e qualità della vita dipendono sempre di più da come i computer vengono usati intorno a noi. Questo ci riporta al tema della corresponsabilità condivisa.
M. Fioretti: Chiunque voglia aiutare i paesi in via di sviluppo non può non assicurarsi che ricevano la tecnologia giusta al minor costo possibile e imparino a usarla bene. Chiunque voglia servizi più efficienti e una società più aperta deve fare lo stesso in casa propria, anche se non usa di persona quella tecnologia. In questo non c'è nulla di nuovo: è solo arrivato il momento di porsi certe domande anche a proposito dei computer.

Se l'argomento vi interessa e volete saperne di più, non perdete questo incontro nella nostra sede di Via Appia Antica 126 a Roma. Gli stessi temi saranno poi trattati e approfonditi in un corso online che prenderà l'avvio nel prossimo autunno e che già si presenta come foriero di grandi novità da tutti i punti di vista.
Vi aspettiamo numerosi!