2 aprile 2012 - Il 28 marzo 2012 si è celebrato il diciottesimo anniversario del terribile genocidio del Ruanda. Lo ricordiamo anche noi attraverso le parole del Segretario Generale delle Nazioni Uniti e chiediamo a tutti di non dimenticare la sofferenza che quella triste pagina della storia africana e mondiale ha rappresentato e ancora rappresenta.
Oggi celebriamo il diciottesimo anniversario del genocidio in Ruanda. In quest’occasione ricordiamo le più di ottocentomila persone innocenti che hanno perso la vita.
Il tema di quest’anno è “Imparare dalla storia per costruire un futuro brillante”. Il Ruanda ha imparato molto dall’orribile tragedia del 1994. Anche il mondo ha appreso quella lezione.
Il Ruanda sta compiendo progressi nel processo di costruzione di una società più giusta e pacifica. La comunità internazionale sta lavorando per garantire che tragedie simili non si ripetano più.
Il Tribunale penale internazionale delle Nazioni Unite per il Ruanda ha emesso le prime sentenze di diritto penale internazionale in assoluto in materia di genocidio, e continua ad agire in ossequio ai principi di giustizia e responsabilità. La Corte penale internazionale è divenuta un deterrente efficace per i sedicenti perpetratori di gravi crimini internazionali.
A quanti nel mondo persistono nel perseguitare i propri concittadini che chiedono libertà e rispetto della propria dignità vogliamo mandare un messaggio chiaro: sarà fatta giustizia. L’impunità deve diventare un ricordo del passato.
Stiamo inoltre lavorando per rafforzare prevenzione e mediazione nei conflitti e per sostenere il principio di responsabilità di proteggere.
Prevenire il genocidio è un obbligo collettivo. Continuiamo dunque a lavorare insieme per costruire un futuro che sia per sempre libero dal genocidio. Questo sarebbe il modo più appropriato per ricordare quanti sono morti in Ruanda diciotto anni fa e di rendere omaggio alla determinazione dei sopravvissuti.
Ban Ki Moon
Segretario Generale delle Nazioni Unite