Mentre il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, annuncia che sarà il 21 gennaio a Reggio Calabria alla "Giornata della legalità-Insieme per non dimenticare", per riaffermare i valori «di legalità e solidarietà oscurati dai gravi fatti di Rosarno», nel pomeriggio è sceso in piazza il comitato spontaneo dei cittadini. Un'iniziativa organizzata «contro l'immagine di una città xenofoba, mafiosa e razzista veicolata dai mass media nazionali e da qualche esponente della politica e dell'associazionismo a livello regionale e nazionale». Il corteo, con la presenza di alcuni immigrati, è partito da piazza Calvario alle ore 16. In testa al corteo uno striscione con la scritta «Abbandonati dallo Stato, criminalizzati dai mass media, 20 anni di convivenza non sono razzismo». «I cittadini di Rosarno - affermano i promotori dell'iniziativa - condannano in maniera ferma e decisa il vile ferimento dei migranti stanziati presso l'Opera Sila e qualsiasi atto di violenza, da qualunque parte provenga».
Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha annunciato l'intenzione del governo di mettere a punto un Piano nazionale per l'integrazione che sarà presentato nelle prossime settimane. Secondo il ministro, «ha assolutamente ragione il collega Maroni. È doveroso sanzionare tutti gli episodi che in qualche modo esprimono intolleranza etnica, compresi i cori negli stadi. Una politica dell'integrazione - spiega - si compone necessariamente di due aspetti tra loro connessi: quello della repressione dei flussi clandestini e quello della migliore integrazione e dei comportamenti regolari. I due aspetti si alimentano reciprocamente tanto quanto il prevalere dell'irregolarità inevitabilmente cannibalizza le buone pratiche. Come la moneta cattiva scaccia quella buona. Per questo stiamo predisponendo un Piano nazionale per l'integrazione che presenteremo nelle prossime settimane».
Intanto l'Osservatore Romano lancia un duro attacco contro «il razzismo degli italiani». Nell'articolo si compie un rapido excursus storico sulle radici del razzismo nei primi decenni dell'unità d'Italia, per poi concludere: « Nel 2010, invece, siamo ancora all'odio. Ora muto, ora scandito e ritmato dagli sfottò, ora fattosi gesto concreto». Nel lungo servizio dal titolo «Gli italiani e il razzismo, Tammurriata nera» e firmato da Giulia Galeotti, si legge: «Oltre che disgustosi, gli episodi di razzismo che rimbalzano dalla cronaca ci riportano all'odio muto e selvaggio verso un altro colore di pelle che credevamo di aver superato». «Per una volta - prosegue il testo - la stampa non enfatizza: un viaggio in treno, una passeggiata nel parco o una partita di calcio, non lasciano dubbi. Non abbiamo mai brillato per apertura, noi italiani dal Nord in giù. Né siamo stati capaci di riscattarci, quando il 'diverso' s'è fatto più vicino, nel mulatto, a prescindere dalle diversissime cause per cui ciò è avvenuto». «Sia stato il risultato di un atto d'amore o, invece, di uno stupro - si legge sul giornale del Vaticano - ben difficilmente abbiamo considerato quel bambino come nostro, al pari dei nostri. Anzi, la doppia appartenenza è sembrata (e continua a sembrare) una minaccia ulteriore». «In questo - rileva l'Osservatore - davvero a nulla è servito l'esempio americano: l'Obama-mania che imperversa trasversalmente, dalla politica all'arte, dallo stile al linguaggio, non ha invece fatto breccia alcuna nel dimostrare il valore dell'incontro tra razze diverse». Il testo del quotidiano della Santa Sede viene pubblicato dopo che il Papa domenica ha chiesto rispetto per gli immigrati e che il Segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, aveva parlato delle drammatiche condizioni di vita in cui si trovavano gli immigrati nell'area di Rosarno.
(Fonte: Corriere on-line, 11 gennaio 2010)