03 febbraio 2010 - migrante ucciso alla frontiera, critiche da organizzazioni per diritti umani

Un migrante sudanese che cercava di introdursi illegalmente in Israele è stato ucciso durante uno scontro a fuoco tra agenti di polizia egiziani e trafficanti di essere umani lungo il confine tra Egitto e Israele. Il giovane è stato raggiunto da un proiettile allo stomaco mentre i trafficanti e altri quattro migranti sono riusciti a darsi alla fuga.

La sua morte porta a tre, dall'inizio dell'anno, il numero di irregolari uccisi nella zona, divenuta negli ultimi anni una rotta privilegiata da migranti africani in cerca di una vita migliore. Proprio la provenienza delle vittime, e il fatto che molte siano potenziali richiedenti asilo, ha spinto organizzazioni non governative e uffici delle Nazioni Unite a protestare per il pugno duro che il governo egiziano, d'intesa con quello israeliano, ha ripristinato in tutta l'area di confine del Sinai nella gestione dei migranti.

In questi giorni l'organizzazione ‘Physicians for human rights' (Phr) ha denunciato "le esecuzioni" di migranti africani alla frontiera tra Egitto e Israele, definendole "frutto di una scellerata politica ideata da Tel Aviv e messa in pratica, senza riserve, dal governo del Cairo". Per far fronte all'infiltrazione di migranti dal confine, il primo ministro Benjamin Nethanyahu ha annunciato la prossima costruzione di un muro di separazione con il Sinai e proposto nuove norme in materia di immigrazione, il cosiddetto ‘Infiltration protection bill' attualmente all'esame della Knesset.

Secondo il Phr il progetto di legge "non fa differenza tra terroristi e richiedenti asilo" e prevede che coloro che entrano in Israele senza permesso, "inclusi cittadini di paesi considerati ‘nemici' come il Sudan, possano essere condannati a una pena che prevede fino a sette anni di carcere". L'organizzazione afferma che le autorità israeliane starebbero "esagerando la minaccia del'immigrazione clandestina, omettendo di dire che la nuova legge così come è concepita contraddice i trattati internazionali che Israele si è impegnato a rispettare in materia di accoglienza e immigrazione".[AdL]

                                                                                            (Fonte: Misna)