Questi sono i migranti che fanno paura

5 Novembre 2016 - Storie di migranti finite male, purtroppo, se ne raccontano tante: la cronaca continua senza sosta a dare notizia dell’ennesima tragedia in mare, o ancora della difficile gestione ed organizzazione degli aiuti a chi è arrivato senza nulla, immigrato o rifugiato.

Questo è l’altro lato della medaglia, quello che vorremmo sempre sentire. Wandifa è arivato in Italia partendo a piedi dal Senegal; arrivato in Libia si è imbarcato verso il nostro Paese. Tarik arriva, invece, dal Pakistan. Storie dure e la voglia di darsi da fare.

Hanno trovato la propria (nuova) casa a Monteroduni, piccolo centro nei pressi di Isernia dove risiedono da due anni. Culture sicuramente lontane, non solo dalla nostra, ma anche tra loro. Il Molise li ha accolti e ora, all’interno di un progetto di promozione dell’enogastronomia locale a firma Molisanissimo, li ha messi davanti alla “prova del fuoco”: cimentarsi in cucina nella preparazione di un piatto tipico da far assaggiare ad una isernina.

Il resto è tutto uno sfrigolare di aglio, olio, peperoncino e pomodori ciliegino, un impastare acqua e farina, uno “spadellare”.

 

Ciò che veramente conta è un messaggio più forte: una integrazione è possibile; si dovrebbe sempre partire dalla consapevolezza che queste persone, la maggior parte, sono state costrette a fuggire dal proprio Paese, spesso hanno lasciato affetti, scappano da guerre o persecuzioni.

La banalizzazione del fenomeno migratorio è uno dei più gravi errori che si rischia di commettere.