Quattro paesi in Africa Orientale sono oggi colpiti dalla peggiore siccità registrata negli ultimi 60 anni. L’Etiopia, la Somalia, il Kenya e il Sud Sudan si trovano infatti a fronteggiare una crisi che riguarda 11 milioni di persone in un’area delle dimensioni della Francia. Le cause di questa situazione sono da ricercarsi nelle scarse precipitazioni verificatesi nel corso delle ultime due stagioni delle piogge. Una conseguenza dei cambiamenti climatici in atto sul pianeta che, secondo IPCC (Centro Scientifico Intergovernativo per il Cambiamento Climatico), colpiscono con particolare gravità l’area del Corno d’Africa. Una crisi prevedibile che era già stata annunciata da mesi dalle Organizzazioni Internazionali e dalle ONG presenti sul campo, ma che ancora oggi, nonostante la sua gravità, non trova una attenzione diffusa da parte dei media e dei donatori.
Per ora la Comunità Internazionale, e soprattutto il sistema mediatico, non hanno dato voce alla crisi umanitaria in corso. L’appello delle Nazioni Unite – fissato a 691 milioni di dollari – è stato finanziato solo per il 30%. La conseguenza di questa disattenzione è che le organizzazioni internazionali possano non avere fondi a sufficienza per fare fronte alle necessità delle popolazioni colpite e che enormi bisogni sul terreno restino privi di adeguata assistenza.
Vis è impegnato nel Corno d’Africa in Etiopia e aderisce e sostiene l’appello lanciato da AGIRE per l’Africa Orientale, un appello congiunto di raccolta fondi per garantire i necessari soccorsi e sostenere le attività di emergenza delle nove ONG, tra le quali VIS, già presenti nei paesi colpiti.
L’intervento nell’emergenza del VIS insieme ai partner locali mira a contribuire all’immediato miglioramento delle condizioni fisiche, igienico-sanitarie e umane della popolazione della Somaly Region, nella parte orientale dell’Etiopia, lungo il confine con la Somalia, colpita dalla siccità e carestia.